Un caffè con… Jacopo Ricci – Show / Light Designer

Creative Director, Lighting e Show Designer classe ’94, Jacopo ha lavorato per artisti come Skrillex, Swedish House Mafia, The Weeknd, Travis Scott, Achille Lauro, Martin Garrix, Janet Jackson, Fedez, e ad eventi come Coachella, Tomorrowland, Ultra Music Festival e Lollapalooza, oltre che per numerosi brand e programmi televisivi.

Abbiamo fatto una chiacchierata con Jacopo che ci ha raccontato curiosità e aneddoti sul suo lavoro. Buon caffè e buona lettura del martedì!


1 – Giovanissimo e con un curriculum pieno di collaborazioni notevoli, com’è iniziata la tua avventura nel mondo dello spettacolo?

Ho iniziato la mia “carriera” organizzando serate in discoteca a Roma, dove il caso ha voluto che uno dei soci del locale in cui lavoravo al tempo facesse il tecnico luci in televisione. Da sempre, incuriosito da cosa succedesse “dietro le quinte”, gli chiesi di portarmi con lui su qualche lavoro e da lì non mi sono più staccato e ho fatto poi il mio percorso che mi ha portato ad un lavoro più da “nerd”, sulla consolle a programmare luci.

Un giorno su Instagram trovo il profilo di un’azienda che produce show per Ushuaia e Hi, due discoteche di Ibiza, e gli chiedo di potergli inviare un curriculum. Mi prendono per una stagione come operatore luci e da lì mi sono ritrovato catapultato nel mondo della musica internazionale, ho stretto contatti con colleghi, manager e artisti e sono partito non stop fino al Covid.


2 – Cosa si prova quando ci si interfaccia con grandi produzioni e grandi artisti internazionali?

All’inizio è molto emozionante e stimolante, è tutto nuovo e ti trovi dentro un mondo che veramente in pochi hanno la fortuna di vivere. È un ambiente che gira molto velocemente quello dei tour internazionali, devi subito adattarti e stare al passo. Da fuori si vede soprattutto la parte bella, i voli, gli hotel, i concerti, ma dietro c’è ovviamente un mondo di rinunce (soprattutto al sonno) e stress veramente notevoli. Allo stesso modo, un’artista, per quanto grande possa essere, diventa l’ennesimo cliente e impari a trattarlo come tale, pur mantenendo un rapporto personale che è, per quanto mi riguarda, un aspetto fondamentale nella costruzione dello show insieme ad un altro creativo.


3 – Sei stato il direttore artistico per il LOVE MI di Fedez e J-Ax, una figura fondamentale per ogni produzione, quali sono state le tue responsabilità principali, qual’è stata la tua esperienza?

Prendere in mano un progetto a 360 gradi è sempre stressante quanto incredibilmente gratificante.
Ti mette a contatto con ogni singola problematica della costruzione di uno spettacolo ma, al tempo stesso, è un ottimo esercizio di problem solving costante, in cui la chiave è sicuramente quella di rendere tutti contenti da un punto di vista logistico e di budget, oltre a mantenere un certo standard creativo e di appeal visivo finale. Nello specifico, ho seguito il progetto a partire dalla prime riunioni col Comune di Milano per definirne gli aspetti macro (gestione dei flussi, sicurezza, posizione del palco, posizione delle regie e telecamere, possibilità o meno di utilizzare effetti speciali, ecc) fino ad arrivare all’esecuzione finale (programmazione ed esecuzione di luci, laser, video ed effetti speciali) passando per tutta la parte creativa di moodboard, storyboard, ideazione, approvazione e produzione dei contenuti video, stesura della scaletta insieme alla regia televisiva (l’evento è andato in onda su Mediaset, ndr) e riunioni con gli artisti e management dei vari ospiti, di quello che poi si è configurato a tutti gli effetti come un festival in Piazza Duomo.


4 – Questo è un settore che cambia molto velocemente, come pensi possa evolvere in futuro e cosa consiglieresti ai giovani che desiderano ricoprire un ruolo simile al tuo?

Si, sotto il punto di vista dell’avanzamento tecnologico è un settore abbastanza in costante movimento e uno dei nostri ruoli è sicuramente quello di cavalcare queste novità da proporre ad artisti e produzioni. Sicuramente interessante è stata la parentesi virtuale durante il lockdown e, pur non essendo mai stato convinto dalla sua versione solo astratta, penso che mischiare i due mondi del reale e virtuale possa sicuramente diventare in futuro una naturale estensione di un concerto o di un evento. Non sono bravo con i consigli, soprattutto in un mondo con una strada così poco delineata e per ognuno personale come quello dello show business, però sono ancora un giovane anche io e se dovessi incontrarmi oggi probabilmente mi consiglierei di fare quello che solo istintivamente ho sempre fatto da quando ho deciso di intraprendere questa carriera, buttarmi.


5 – Se avessi un super potere quale sarebbe e come lo utilizzeresti nel tuo lavoro?

Teletrasporto. Mi annoio facilmente e mi piace passare costantemente da un lavoro all’altro.
Al tempo stesso mi piace viaggiare ed esplorare ma negli ultimi anni ho passato più tempo dentro un tubo di alluminio con le ali che a casa e onestamente un mondo di tour senza sveglie alle 4 di mattina sembra proprio un’ottima idea!


Credits
Intervistatore: Sara Fuoco
Instagram: @sarafuoco

Intervistato: Jacopo Ricci
Instagram: @jacoporicciofc
www.jacoporicci.com

Illustrazione di: Carlotta Egidi
Instagram: @carlottaegidi89

Special thanks to Alberto Lazzara