Milano Fashion Week febbraio 2025: gli allestimenti delle passerelle milanesi – pt. 1

La Milano Fashion Week di febbraio 2025 ha confermato ancora una volta il suo ruolo di palcoscenico d’eccellenza per la moda internazionale. Oltre alle collezioni presentate dai più importanti brand, un elemento che cattura sempre la nostra attenzione è il design innovativo delle passerelle. Gli allestimenti scenografici trasformano le location e le sfilate in esperienze immersive, unendo moda, arte e tecnologia per stupire e coinvolgere gli spettatori.

Dopo i primi 3 giorni di passerelle, abbiamo selezionato i 3 allestimenti più scenografici e impattanti.


Diesel: un’opera collettiva di street art

Per la sfilata co-ed autunno-inverno 2025-2026, Diesel ha trasformato l’Allianz Cloud di Milano in una vera e propria opera d’arte urbana. Lo show si è svolto all’interno di un’arena completamente ricoperta da graffiti, dando vita alla più grande installazione di graffiti mai vista. Oltre tre chilometri di tessuto sono stati decorati da un collettivo globale di artisti, con il contributo di circa 7.000 tra professionisti e dilettanti della street art. Glenn Martens, direttore creativo di Diesel, ha sottolineato l’importanza di questa scelta scenografica: “Mi piace che migliaia di persone in tutto il mondo abbiano lavorato insieme per creare il set design. Abbiamo dato al collettivo globale di street art completa libertà creativa: ognuno si è espresso a modo suo, su un progetto che ha impiegato mesi per essere realizzato. Questa è la vera democrazia di Diesel”.

Il fulcro dello spazio è una monumentale installazione gonfiabile, progettata dallo studio Dennis Vanderbroeck. Si tratta di un ritorno alle origini per Martens, che aveva già scelto una struttura simile per il suo debutto alla direzione creativa del brand. La scultura, che già detiene il Guinness dei primati come il gonfiabile più grande mai realizzato, è stata questa volta completamente ricoperta dai graffiti, diventando parte integrante della scenografia. L’iniziativa ha avuto una risonanza globale: ogni Paese ha organizzato attivazioni uniche per permettere agli artisti di contribuire all’opera. In India, i graffiti sono stati realizzati nei negozi Diesel, coinvolgendo direttamente i clienti. In Cina e in Giappone, sono stati coinvolti studenti, mentre in Sudafrica il progetto è stato celebrato con un evento di un’intera giornata accompagnato da dj set.

Diesel ha dunque confermato la sua vocazione sperimentale, unendo moda e arte in un progetto collettivo che ha reso la passerella un manifesto di libertà espressiva e innovazione.


Prada: l’armonia tra grezzo e raffinato

Anche Prada colpisce con la sua passerella dove, la location scelta per l’occasione, il deposito della Fondazione Prada, è uno specchio di questo racconto. L’allestimento riflette la contrapposizione tra il grezzo e il raffinato, la struttura e la decorazione. Un’impalcatura metallica riconfigura lo spazio, rivestito con un tappeto firmato da Catherine Martin. Mettendo a nudo queste dicotomie visive, l’ambiente diventa a sua volta un riflesso della complessità di significati racchiusa negli abiti. L’atmosfera della sfilata è enfatizzata da un impianto sonoro che mescola archi, clavicembali e sintetizzatori, creando un contrasto tra antico e contemporaneo. In poche parole, nella sfilata gli abiti diventano metafora della percezione collettiva della femminilità: non uno schema da seguire, una struttura fissa, ma una trasformazione incessante, dove grezzo e raffinato, struttura e decorazione coesistono.

Il deposito della Fondazione Prada, trasformato in passerella per la collezione autunno-inverno 2025-2026, diventa dunque il simbolo della complessità della femminilità. L’impalcatura industriale su più livelli si intreccia con la tappezzeria aristocratica firmata da Catherine Martin, dando vita a un allestimento capace di raccontare l’essenza stessa della collezione. Prada riesce così a esprimere attraverso il set design la continua evoluzione della moda e della femminilità contemporanea.


Marni: l’intimità di un jazz club

Marni ha scelto un’atmosfera completamente diversa, trasformando la location in un jazz club improvvisato per la sfilata “The Salon”. L’allestimento ha evocato un autentico bar milanese, un mix tra il leggendario Jamaica e il Caffè degli Artisti, creando un ambiente intimo e suggestivo.

L’approccio di Marni alla scenografia ha enfatizzato il dialogo tra moda e ambiente, creando un’esperienza immersiva che ha avvicinato il pubblico alla visione creativa del brand. L’uso di elementi familiari e la rievocazione di spazi iconici hanno reso la sfilata un momento di connessione e condivisione, in perfetta sintonia con lo spirito del brand.