A Palazzo Reale è arrivata una mostra particolare e curiosa. Palazzi in cui ci si arrampica virtualmente, case sradicate e sospese in aria, ascensori che non portano da nessuna parte, scale mobili aggrovigliate come fossero fili di un gomitolo, sculture spiazzanti e surreali, video che sovvertono la normalità. Le opere di Leandro Erlich, l’artista contemporaneo che ha coinvolto numeri record di visitatori in ogni parte del mondo, arrivano finalmente a Milano, per la sua prima mostra europea.
Sono tutti elementi che ci raccontano qualcosa di ordinario in un contesto stra-ordinario, dove tutto è diverso da quello che sembra, dove si perde il senso della realtà e la percezione dello spazio. Dal 22 aprile 2023 a Palazzo Reale, viene data al pubblico la possibilità di conoscere il lavoro di Erlich attraverso le sue opere più note ed iconiche, per la prima volta riunite in una sola sede con l’intento di sistematizzare la produzione dell’artista.
Erlich porta in un altrove magico, dove il possibile diventa impossibile, ma che stupisce ed emoziona grazie ad un grande senso estetico e una poesia fortemente intrinseca. Il risultato è esplosivo, divertente, appassionante, indimenticabile. Il suo lavoro esplora le basi percettive della realtà e la nostra capacità di interrogare queste stesse basi attraverso un quadro visivo. L’architettura del quotidiano è un tema ricorrente nell’arte di Erlich, che mira a creare un dialogo tra ciò che conosciamo come dato certo e ciò che percepiamo nella visione, così come cerca di colmare la distanza tra lo spazio del museo e l’esperienza quotidiana.
Mi piace presentarmi come un artista concettuale che lavora nel regno del reale e della percezione. Il mio soggetto è la realtà, i simboli e il potenziale di significato. Mi impegno a creare un corpo di opere – soprattutto nella sfera pubblica – che si apra all’immaginazione, sovverta la normalità, ripensi la rappresentazione e proponga azioni che costruiscano e decostruiscano situazioni per sconvolgere la realtà. Parlando in generale.
Le parole dell’artista per descriversi
Ogni opera di Leandro Erlich apre una finestra sul mondo sensibile, ma invece di ingannare l’occhio svela gli inganni visivi a cui può essere soggetta la mente, aprendo nuovi orizzonti e interrogativi. Un’opera di Erlich suscita, come prima reazione, un senso di familiarità rispetto al quotidiano, per poi insinuare un certo dubbio. Osservando con attenzione l’opera, lo sguardo dello spettatore inizia a dubitare di ciò che percepisce trovandosi di fronte a un fenomeno inspiegabile.
Le 19 opere in mostra dimostrano che, liberandosi dalle nozioni acquisite con l’esperienza, ognuno di noi può sperimentare una propria dimensione, una nuova visione non offuscata: l’avvento di un nuovo tipo di mondo. Ogni lavoro è un evento che riguarda l’osservazione di piccoli fenomeni banali che, trasferiti nello spazio museale, acquistano una nuova condizione. L’opera stimola nuovi comportamenti collettivi e trasforma le abitudini automatiche in momenti di rivelazione, disagio e riorganizzazione.
Allo spettatore è richiesto un impegno e un’azione partecipativa per svelare ogni opera, che volutamente suscita, come prima reazione, un senso di familiarità rispetto al quotidiano, successivamente si insinua anche un senso d’incertezza: l’attenzione richiesta al pubblico rappresenta la materia prima per Leandro Erlich e solo il pubblico ne completa l’opera.
Le installazioni di Erlich nei musei di tutto il mondo hanno svelato livelli di lettura stratificati e complessi. Il linguaggio dell’interattività, unito alla portata dei social media, permette alla sua azione artistica di espandersi ben oltre le mura delle istituzioni. Erlich presenta immagini esplicite di una condizione attuale esortando così il visitatore a riconoscere il proprio squilibrio, l’esclusione e l’auto fascinazione.
Suscitare nel pubblico domande, dubbi, emozioni che interagiscono con i suoi lavori è l’obiettivo del fare artistico di Erlich, ed è proprio la partecipazione dello spettatore che rende completa l’opera. Difficile spiegare Erlich a parole, bisogna provare l’esperienza per capire!
Informazioni e prenotazioni
T +39 02 892 99 21
www.palazzorealemilano.it
www.arthemisia.it