Un caffè con… Simone “momo” Gavaudan – Creative Strategy & Entertainment Consultant

Simone Gavaudan è un freelance che cura la strategia creativa di progetti di live communication e aiuta le agenzie a vincere le gare. Ha lavorato in Adverteam, Big Ideas e Prodea Group con cui ha realizzato progetti che spaziano da roadshow a eventi corporate, da summer tour a grandi happening consumer, da lanci di prodotto a brand activation. 

Organizza gli Aperitivi MilanoVino, eventi itineranti con degustazione di vino che radunano migliaia di giovani nelle piazze più belle di Milano. Ha un’attività nel settore turistico che offre accomodation ed esperienze sul territorio ai viaggiatori.

Buon caffè del martedì!


I’m in love with people I’ve never met and places I’ve never been to

Simone Gavaudan

1 – La tua storia professionale inizia in agenzia, prima in produzione, poi nel reparto creativo e oggi sei freelance e sviluppi anche progetti propri. Raccontaci il tuo percorso e cosa hai imparato dalle diverse esperienze.

Il mio percorso negli eventi inizia da un master perché in un settore dove tutti imparano solo sul campo, ritenevo che entrare in quel mercato avendone studiato le dinamiche rappresentasse un valore aggiunto. È stato così.

Nel Master Event Management allo IED ho avuto i migliori professionisti del mondo degli eventi come docenti. In particolare, il mitico Andrea Celi mi ha insegnato il metodo, il processo creativo. Ma è stata anche una scuola di vita: ricordo le lezioni motivazionali di Baccuini alle 9 di mattina… una botta di vita! E quelle sul public speaking di Manfredi Pedone sul palco di un teatro con le luci sparate in faccia e la telecamera che ti riprendeva… tosto!

Finito il master entro in Adverteam dove mi faccio le ossa nella produzione di grandi eventi corporate, dopo poco Alberto Damiani mi lancia come copy. Qui imparo cos’è un evento e capisco come le idee si trasformano dal brainstorming al progetto alla messa a terra.

Nel 2017 passo in Big Ideas dove Renato Beccalli mi insegna il lato più strategico, come impostare una presentazione, con cosa si vince una gara: devo emozionare il cliente con idee sorprendenti, trovare una location non convenzionale o rassicurarlo sul lato produttivo?

Approdo in Prodea Group dove entro nelle dinamiche di una grande agenzia, metto in pratica tutto quello che avevo imparato e gestisco strategie creative di progetti più complessi.

Nel 2021 decido di concludere la mia carriera da dipendente per fare il grande salto ed entrare nel magico mondo dei freelance!

Ora collaboro con diverse agenzie di comunicazione live e non solo, mi sono avvicinato al digital e sto sviluppando alcuni progetti personali nei settori più disparati! Tutto quello che ho imparato lo devo soprattutto alle persone che ho incontrato nel mio percorso, quindi grazie!


2 – Quanto è importante conoscere il processo di sviluppo di un’idea, dalla sua immaginazione alla messa a terra?

Non è importante, è fondamentale. Un creativo di eventi deve avere contatto con la realtà, conoscere la complessa macchina produttiva di un evento perché l’idea da sola non è nulla, va realizzata. Devi saper pensare idee creative che non sono solo belle ma che funzionano, per quel brand, per quel brief, per quel contesto specifico. Conoscere il processo generale ti aiuta a definire un tuo metodo che ti porta dalla fase concettuale fino all’execution.

Per me la fase concettuale rimane comunque il momento più stimolante del mio lavoro, quello in cui puoi fare ricerca e scoprire nuovi trend, fondere linguaggi e sperimentare, usare l’immaginazione e volare alto. La creatività è anche condivisione: un creativo da solo rende un decimo di quanto potrebbe rendere con un brainstorming allargato a tutto il team di progetto. L’intuizione può arrivare da chiunque.

Le agenzie molto spesso sottovalutano le enormi potenzialità della tempesta dei cervelli!

Dopo il brainstorming l’idea prende forma, cambia o rimane la stessa, viene arricchita o semplificata, ma il concept più forte sarà sempre quello declinabile senza forzature su ogni aspetto dell’esperienza. Più l’idea creativa è forte, più riuscirai a creare una narrazione coinvolgente e a comunicare alle persone un messaggio chiaro e immediato.


3 – Oggi applichi le competenze acquisite nel campo degli eventi in progetti che sviluppi in altri settori. Raccontaci di più.

Lavorare nel mondo degli eventi significa entrare in contatto ogni giorno con settori merceologici, discipline, linguaggi differenti, una contaminazione e sperimentazione continua che per me è sempre stata e continua ad essere fonte di grande ispirazione per la nascita di idee imprenditoriali.

Con grande entusiasmo e soddisfazione ho iniziato a svilupparne alcune, una in particolare è già operativa e posso raccontarvi di più: insieme a un socio ho aperto un’attività nel settore turistico-immobiliare. Gestiamo appartamenti e strutture ricettive destinate ad affitti brevi con un focus sull’experience che gli ospiti possono vivere. L’alloggio rappresenta solo il primo tassello poi c’è tutto quello che può rendere il viaggio memorabile: ti porto lo chef a domicilio, ti porto a fare un tour nei luoghi nascosti della città, ti porto a un evento esclusivo sul tetto della città dove non saresti mai andato, nella trattoria a cui da fuori non daresti un euro, ti porto a visitare i sotterranei del Teatro Carcano, ti porto dove gli altri non ti portano.

L’ispirazione deriva proprio dal mondo degli eventi dove si costruiscono esperienze tailor made per il pubblico e dalla mia forte attrazione per i luoghi che non conosco, siano location per eventi o abitazioni private. Mi ha sempre affascinato esplorare spazi nuovi, non a caso uno dei miei hobby è fare urbex!

Dal mondo della comunicazione ho portato anche la costante tendenza a trasformare punti di forza in caratteristiche distintive. Quando è possibile cerchiamo di creare dei concept apartment, comprendiamo qual è l’elemento differenziante di un immobile e lo mettiamo in evidenza costruendoci una storia attorno a partire dal naming dell’annuncio sulle OTA per massimizzarne la visibilità.

Ci sono poi altri progetti ancora in fase embrionale di cui non posso svelare molto ma posso dirti che uno è nel campo dello sport, l’altro dell’influencer marketing. Vedremo!


4 – Il percorso di un professionista può prendere due strade: quella da dipendente e quella da freelance. Tu le hai sperimentate entrambe, quali sono i pro e i contro di ognuna?

Ricollegandomi alla risposta precedente, la mia scelta di intraprendere la strada della libera professione è stata dettata, oltre che da una propensione personale, dalla necessità di avere più tempo a disposizione per realizzare le idee di business che mi venivano in mente o le opportunità che mi si presentavano. Per me è stata quindi una naturale evoluzione e non tornerei dipendente neanche per un milione di euro!

Ogni persona però è fatta a modo suo e non esistono pro e contro assoluti, ma provo a fare un’analisi veloce dal mio punto di vista di freelance. Prendiamo tre variabili:

TEMPO – Se riesci ad organizzare bene il tuo tempo ed essere produttivo, sarai molto più libero, flessibile, indipendente.

SOLDI – Non hai più la stabilità, la certezza di uno stipendio fisso a fine mese, ma se ti crei contatti di valore e un buon personal branding puoi guadagnare molto di più. Il lavorare autonomo deve essere un po’ risk lover.

PERSONE – Entri in contatto, conosci molte più persone, ma viene sicuramente a mancare il senso di appartenenza a un gruppo, la condivisione di uno spazio, di una quotidianità, di un percorso.

L’aspetto più difficile nel freelancing è l’auto-determinazione: il passaggio da procedure, gestione del tempo e scadenze imposte dall’esterno a una condizione di totale auto-gestione del tuo lavoro. Il vero salto di qualità secondo me lo fai quando puoi permetterti di scegliere con chi lavorare e fare solo ciò che ti piace.


5 – Se avessi un super potere quale sarebbe e come lo utilizzeresti nel tuo lavoro?

Capire cosa intende un cliente quando ti chiede un’idea con più effetto wow…scherzo!

Mi piacerebbe poter viaggiare nel tempo, tornare indietro per rivivere le emozioni magiche che solo le prime volte ti possono dare, ma soprattutto guardare avanti, nel futuro, per scoprire quali saranno le migliori innovazioni e portarle nel presente. Immaginate ad esempio cosa avrebbe significato aver portato auto elettriche ed energie rinnovabili negli anni ’50…


Credits
Intervistatore: Sara Fuoco
Instagram: @sarafuoco
Linkedin: Sara Fuoco

Intervistato: Simone Gavaudan
Instagram: @muemos
Linkedin: Simone Gavaudan

Illustrazione di: Carlotta Egidi
Instagram: @carlottaegidi89