Un caffè con… Giulia Miglioli – Event Producer

Giulia è una ragazza che ama stare dietro le quinte, adora perdersi tra le celle di un budget su excel e tra le colonne di un piano produzione.
Dopo gli studi in Comunicazione entra nel team di Piano B dove resta per 10 anni. Copre il ruolo di direttore di produzione e coordinatore del reparto lavorando a diversi Festival, in store promotion, convention, produzioni video ed eventi speciali.

Da un anno è approdata in Live Nation e non vede l’ora di lavorare al suo primo concerto live.

Ecco le sue 5 domande da leggere nel tempo di un caffè!


RE-START
Azzerare e ripartire, rimettersi in gioco ogni volta per cercare nuove emozioni, ritrovare l’entusiasmo e il gusto di ri-speriementarsi davanti a nuove sfide.
Cambiare le carte in tavola e vedere se si è capaci di continuare a giocare.

Giulia Miglioli

1 –  Lavori da diversi anni nel mondo degli eventi. Quando hai iniziato il tuo percorso in questo settore da cosa sei stata attratta?

Potrei risponderti semplicemente: mi sembrava divertente. Ed in effetti lo è! 

A 21 anni, finiti i 3 anni di università per una serie di coincidenze strane conobbi esterni, una giovane e frizzante realtà che si occupava di eventi folli per riqualificare lo spazio pubblico. Così iniziò, un po’ per caso, la mia avventura in produzione, così mi innamorai degli eventi e di quella incredibile macchina che lavora dietro le quinte.
E poi, e poi…


2 –  Quando lavori in produzione file excel e piantine sono i tuoi migliori amici. Ma quando tutto prende forma ed è “vero”, come ti senti e cosa provi?

WOW! Non so come sia possibile, ma ancora oggi dopo più di 10 anni, quando mi fermo e alzo gli occhi e vedo tutto reale, ne rimango estasiata.

Quando apri il cantiere e tutto inizia è sempre un po’ come se fosse di nuovo la prima volta con quella eccitazione che fa svanire la fatica delle notti insonni, le preoccupazioni, le manie di controllo.
Tutte le forze si concentrano per il rush finale. È incredibile, perché dopo tanti anni quando finalmente vedo che tutto prende forma, che tutto quello che abbiamo immaginato, sognato, disegnato, schematizzato diventa reale ancora mi emoziono.

Forse è proprio questa emozione, un po’ infantile, che rende speciale questo lavoro.


3 – Come vivi e gestisci le emozioni degli ultimi minuti, delle ore o del giorno prima dell’inizio di un evento?

Sinceramente soffro molto di più l’ansia della pre-produzione, perché ormai quando sono in ballo, si balla!

Quando inizia la parte operativa non c’è più tempo per ansie e dubbi, perché nonostante tu abbia provato ad anticipare mille e un problema e nei tuoi schemi abbia già risolto ogni imprevisto con il piano B, C e D, sai che ci sarà sempre qualcosa che è riuscito a sfuggire al tuo controllo.

Ma è l’imprevisto, che ti dà quell’incertezza, quel brivido che rende speciale e diverso ogni volta questo lavoro, che ti permette di sperimentare, sperimentarsi e soprattutto divertirsi.
È da più di 10 anni che mi ci dedico, ma ogni volta è sempre la prima volta! Ed è proprio questo che lo rende speciale, ogni volta ti mette davanti a nuove variabili che ti costringono ad uscire dai tuoi schemi, ma soprattutto ti riempie di soddisfazione quando trovi la soluzione inaspettata.

E devo dire che ho avuto un grande maestro nell’incasinare il tutto, ma soprattutto nel trovare impensabili eccitanti soluzioni.


4 – C’è un evento o un momento dietro le quinte che porti nel cuore?

Senza alcun dubbio il mio primo wired next fest (2014): il battesimo del fuoco, il primo progetto grande, gestito in autonomia come direttore di produzione. Lo porto nel cuore e sulla pelle, visto che è stata la causa dei primi capelli bianchi, che non mi hanno più lasciato.

Un progetto ricco di insidie, con contenuti bellissimi e un allestimento enorme. Quando i cellulari hanno iniziato a non prendere più, mi sono guardata intorno stupita e ho visto migliaia di persone dentro al parco, divertiti, spensierati, eccitati, ho capito che avevamo fatto una cosa enorme, bellissima. Che onore e che gioia esserne stata parte!
La stanchezza delle infinite notti insonni, il male ai piedi a causa dei chilometri percorsi, il brontolio allo stomaco delle decine di pasti saltati, in quel momento sono spariti…ma poi tornano, pensa che mi sono svegliata nelle notti successive ad evento finito in preda al panico perché non avevo aggiornato il file delle chiamate…e poi dicono che ti sogni la maturità…


5 – Se avessi un super potere, quale sarebbe e come lo utilizzeresti sul tuo lavoro?

Vorrei il potere del freeze.
Spesso siamo come delle palline impazzite, corriamo da un punto all’altro come matti senza fermarci un attimo per cercare di capire perché stiamo correndo. Ecco ogni tanto mi sarebbe molto utile poter fermare tutto e tutti per 5 minuti, prendere un grande respiro, ossigenare il cervello e poi ripartire!


Credits   
Intervistatore: Sara Fuoco   
Instagram: @sarafuoco   

Intervistato: Giulia Miglioli
LinkedIn: Giulia Miglioli 
Facebook: Giulia Miglioli 

Illustrazione di: Carlotta Egidi  
Instagram: @carlottaegidi89