Un caffè con… Federica Bock – Managing Partner

Federica lavora da oltre 20 anni nel settore degli eventi.
Inizia il suo percorso da giovanissima quando ancora faceva la hostess occasionalmente.
Dopo un’esperienza in Olivetti, si misura in diverse realtà tra cui MCM Comunicazione dove lavora per più di 7 anni come event manager. Da due anni organizza convention aziendali, road show, team building ed eventi BtoB e BtoC con Comyounica, la sua agenzia.
Ama affrontare costantemente nuove sfide.

Buon caffè del martedì insieme a Federica!


La passione non è cieca, è visionaria

Stendhal

1 – Il tuo percorso lavorativo inizia anni fa, quando facevi la hostess agli eventi e grazie a questa esperienza hai capito che avresti voluto lavorare nel settore. Raccontaci cosa ti ha fatto innamorare e se ricordi un momento in cui hai realizzato che era la strada giusta

Lavorare negli eventi partendo dal basso mi ha fatto apprezzare da subito tutto il lavoro che c’era dietro ad ogni produzione. Sono sempre stata affascinata da come le scenografie, gli stand, i video e le grafiche prendessero forma. Dalle prove con i relatori il giorno prima alla messa in scena poi. Dalle modifiche dell’ultimo minuto, perchè ogni messaggio fosse chiaro, efficace e colpisse la platea. Allora ne vedevo – ed apprezzavo – solo il risultato finale, ma ero incredibilmente incuriosita da tutto il processo che si nascondeva dietro. 

Lo avevo studiato a lungo all’università e finalmente lo vedevo accadere davanti ai miei occhi. La scelta di volerne conoscere e imparare il metodo è stata assolutamente naturale.

Il mio primo innamoramento fu a Cannes, durante le prove di una convention. Ascoltare come la Content Manager della mia agenzia guidava sul palco i manager e gli suggeriva, con un tono fermo ma molto disinvolto, come muoversi sul proscenio, affinché ogni gesto fosse un modo per sottolineare un messaggio, mi fece pensare “tra cinque anni voglio vedermi su questo palco a fare la stessa cosa”
Alla fine ce ne misi solo qualcuno di più.


2 – Due anni fa hai aperto la tua agenzia in società e avete vinto il premio come Miglior Agenzia Emergente. Cosa ti ha spinto a fare il “grande salto” e come è cambiata la tua vita da questa decisione? 

È stata una scelta molto combattuta lo ammetto. 
Prima di fondare Comyounica mi sono guardata avanti e ho immaginato la realtà che volevo: un’agenzia che fosse un laboratorio di idee, con bel mix di persone, di teste ed esperienze diverse capaci di generare qualcosa di unico. Un posto che fosse effervescente, se vuoi meno formale rispetto alla classica agenzia, dove dare spazio alla creatività, e anche alla sostenibilità.

Oggi, ho ritrovato la stessa passione ed entusiasmo, ma anche quel pizzico di incoscienza, che avevo vent’anni fa. E non mi spaventa affrontare progetti innovativi. D’altronde penso sempre che se non lo fai tu per primo, resterai per sempre «il secondo che l’ha fatto». 


3 – La vita da agenzia è spesso molto impegnativa. Cosa ti piace fare nel  tempo libero e cosa ti aiuta a staccare?

Amo camminare. 
Vagabondare senza meta.
Perdermi, che sia tra le vie del quartiere o in un bosco. 

Il posto che più mi rigenera e mi rilassa è sicuramente la montagna, in tutte le sue stagioni. Ho una meravigliosa casa in Alto Adige ed è da sempre il mio rifugio. Stacco completamente con la testa e mi faccio conquistare dall’energia delle Dolomiti. Poi, se penso a un modo per staccare – ma anche creare – ogni giorno, in quel caso mi perdo in cucina tra i fornelli. Un’altro modo per rilassarmi e dare spazio alle idee.


4 – Coinvolgi spesso i giovani nei progetti di agenzia, cosa ti piace di queste collaborazioni e cosa cerchi nei ragazzi che coinvolgi?

Dei giovani amo l’apertura mentale, la creatività e la capacità di «annusare nell’aria» i nuovi trend per proporre progetti profondamente ingaggianti. Ma anche la disponibilità ad ascoltare e a farsi guidare per costruire insieme quell’idea per cui poi dico sempre «ok, mi piace, facciamolo!»


5 –  Se avessi un super potere, quale sarebbe e come lo utilizzeresti sul vostro lavoro?

Mi piacerebbe poter diluire e allungare il tempo. 
L’unico rimpianto che ho degli ultimi anni è che il tempo che i clienti ci danno per proporgli il progetto di un evento è sempre troppo stretto. Per dare vita a un evento, anche solo nella nostra testa, i passaggi da fare sono tanti.

Capire il brief, studiare il prodotto e il mercato. 
Definirne obiettivi e target.
Scegliere i canali di comunicazione perfetti, sono solo il nucleo da cui partiamo per generare lo stupore e l’ammirazione del pubblico e rendere l’evento indimenticabile. 

Quando tutto si riduce a una decina di giorni di lavoro, purtroppo si rischia di lavorare in modo più superficiale e con meno entusiasmo per il risultato finale. Con la mia bacchetta magica vorrei pertanto avere più tempo per pensare, e pensare a come far emozionare il pubblico. 
D’altronde, quello che ti emoziona, ti conquista.


Credits    
Intervistatore: Sara Fuoco    
Instagram: @sarafuoco    

Intervistato: Federica Bock
Instagram: Fedebock
LinkedIn: Federica Bock
Sito: www.comyounica.com

Illustrazione di: Carlotta Egidi   
Instagram: @carlottaegidi89