L’installazione di Via Paolo Sarpi che denuncia il riscaldamento globale

La Milano Fashion Week apre con un’installazione provocatoria che sfida il negazionismo climatico con una potente espressione artistica. L’installazione, promossa dalla Fondazione Cesvi e Factanza Media insieme a Mirror, si propone di trasformare il concetto astratto del cambiamento climatico in un’esperienza visiva coinvolgente, mettendo in luce l’urgenza di riflessioni profonde sulla responsabilità individuale e collettiva.

Su Via Paolo Sarpi, i passanti sono stati accolti da uno scenario quasi apocalittico, dove un’auto danneggiata da giganteschi chicchi di grandine trasmette in modo impattante il messaggio “Il cambiamento climatico non esiste”. Questa provocazione visiva vuole sottolineare che ignorare o negare l’emergenza climatica non offre alcuna protezione. L’installazione è stata ideata con l’intento di stimolare la consapevolezza su come il nostro stile di vita e le scelte quotidiane contribuiscano al riscaldamento globale.

I fenomeni climatici estremi stanno diventando sempre più comuni, e la città di Milano stessa porta le cicatrici delle violente piogge e grandinate recenti. Questi non sono eventi isolati, ma piuttosto risultati tangibili del riscaldamento globale, che rende le tempeste sempre più violente. Il 2023 è stato segnato come l’anno più caldo mai registrato, con un aumento della temperatura media di 0,60° rispetto al periodo 1991-2000 e di 1,48° dal livello preindustriale. Tuttavia, l’installazione non si limita a evidenziare gli impatti locali del cambiamento climatico. Un totem multimediale nelle vicinanze offre uno sguardo approfondito sull’impatto globale, con un focus particolare sul Pakistan, un Paese emblematico dell’ingiustizia climatica. Nonostante sia uno dei minori produttori di gas serra, il Pakistan è stato colpito duramente da alluvioni nel 2022 e piogge estreme nel 2023, causando morte, sfollamenti e danni alle coltivazioni.

Il messaggio chiave dell’installazione è chiaro: le conseguenze del cambiamento climatico vanno oltre le ferite visibili in Europa e Italia. È una chiamata a guardare oltre, soprattutto verso i Paesi già martoriati da povertà, fame, malattie e guerre, intrappolati in un circolo vizioso accentuato dal cambiamento climatico. La disuguaglianza e l’ingiustizia emergono sia a livello internazionale che locale, colpendo in modo più acuto le comunità più povere e marginalizzate. Gloria Zavatta, Presidente di Cesvi, sottolinea l’importanza di ribadire l’allarme climatico durante la Fashion Week, sottolineando come Milano, città della moda, stia diventando sempre più attenta alle tematiche legate alla sostenibilità. L’installazione offre una piattaforma unica per sollevare il dibattito sulla responsabilità dell’industria della moda e di ogni individuo nella lotta contro il cambiamento climatico, un appello urgente che risuona in un momento di grande visibilità per la città.