IF! Festival, dieci di anni di creatività. L’intervista ad Alessandra Lanza, Direttore Generale del Festival

Quest’anno IF! Festival festeggia la sua decima edizione. Il festival italiano dal taglio internazionale che dal 2014 racconta, promuove e celebra il valore della creatività come elemento centrale per la industry della comunicazione. Organizzato e promosso da ADCI – Art Directors Club Italiano e UNA – Aziende della Comunicazione Unite insieme al main partner YouTube, IF! è un appuntamento che ogni anno unisce ispirazione, formazione, networking e intrattenimento.

Alessandra Lanza è direttore generale e artistico del Festival e, dal 2014, contribuisce all’organizzazione di questo prestigioso evento che attrae ospiti internazionali e offre contenuti esclusivi di alta qualità nel campo della pubblicità e della comunicazione.

Insieme ad Alessandra vi raccontiamo come è nato il festival, come si è sviluppato e quali sono i progetti futuri.


Ciao Alessandra, raccontaci come è nata l’idea di IF! Festival e quali sono stati i motivi che ti hanno spinto a crearlo.

Ciao a tutti.
In realtà IF! è nato nel 2014 da un’interessante convergenza di esigenze e opportunità. L’occasione scaturì quando Google si avvicinò ad ADCI e propose una collaborazione per gli ADCI Awards, offrendo il loro sostegno per far crescere questo premio. Nel frattempo, all’interno di ADCI, si iniziò a pensare a qualcosa di più ampio, non solo a potenziare il premio, ma a inserirlo in un contesto più vasto. In quel periodo, facevo parte del consiglio direttivo di ASSOCOM, ora UNA, e rappresentavo la consulta degli eventi. ADCI si rivolse ad ASSOCOM con l’idea di sviluppare un progetto comune. Curiosamente, questa proposta si scontrò con l’idea che avevamo già presentato a UNA: organizzare un festival incentrato sulla comunicazione.

Hai in mente quei momenti in cui tutto sembra incastrarsi perfettamente? Ecco, è stato uno di quelli. Le due associazioni decisero di abbracciare l’idea di un festival e di includere gli ADCI Awards in questo progetto più ampio. Volevamo aprire le porte ai grandi esperti di comunicazione e creatività, per ispirare e intrattenere.

Per realizzare questo progetto, le associazioni decisero di delegare due persone per ciascuna. Emanuele Nenna ed io per UNA e Nicola Lampugnani e Davide Boscacci per ADCI. Io occupandomi di eventi ero la persona giusta per mettere a terra il progetto definendone il format.

Da sempre mi sono ispirata al Sonar, proprio perchè mi piaceva il contrasto tra la musica e i momenti di confronto. Così, decidemmo che il format giusto era quello del Festival e che gli ADCI Awards sarebbero stati parte integrante di questo contenitore. Avremmo aperto i palchi a esperti di comunicazione e creatività per stimolare la discussione e l’ispirazione. Fu così che nacque il progetto…

Il primo anno ero molto impegnata professionalmente e poiché avevo poco tempo da dedicare al Festival, decidemmo di collaborare con Elita, un’azienda specializzata in Festival musicali, guidata da Dino Lupelli, ora noto come General Manager di Music Innovation Hub. Nacque così l’edizione zero, con Elita a supporto nella costruzione del format e responsabile della produzione e io che mantenni il controllo generale. Sono molto grata al lavoro fatto insieme a Dino Lupelli.

IF! aveva lo scopo di dialogare con clienti e brand, spiegando loro che la chiave per il successo commerciale risiedeva nella creatività. In un periodo in cui le aziende davano meno peso alla creatività nei loro progetti, volevamo sottolineare l’importanza di questa capacità per la crescita economica e lo sviluppo del paese. Il tema del primo anno fu “La creatività sale sul palco”, un’opportunità per spiegare come la creatività potesse veicolare un messaggio. 

Il festival si svolse al Teatro Franco Parenti, che ci sostenne nel realizzare questo progetto. Fu un’edizione che richiese molto impegno da parte dei volontari, con molte persone appassionate che decisero di partecipare.

All’epoca, non avremmo mai immaginato che saremmo arrivati alla decima edizione, ma IF! divenne un successo incredibile. Il settore della comunicazione aveva bisogno di un evento del genere dove i professionisti si incontravano, facevano networking e potevano ascoltare e incontrare i grandi personaggi del settore che difficilmente avrebbero incontrato altrove.


Nel corso di questi 10 anni, in che modo il festival si è sviluppato ed è cresciuto? Quali sono state le principali tappe del suo percorso evolutivo?

Durante il suo percorso, IF! è sempre stato caratterizzato dalla capacità di adattarsi alla realtà e di innovarsi costantemente. Ma c’è un’edizione che spicca particolarmente e che ne ha segnato il suo cammino, la terza.

Considera che fin dall’inizio, il nostro obiettivo è stato quello di mantenere IF! come un Festival senza scopo di lucro e questo traguardo lo abbiamo raggiunto tra la seconda e la terza edizione, quando decidemmo di passare dalla collaborazione con un’agenzia esterna all’autoproduzione dell’intero Festival. Questo ci permise di creare un’organizzazione interna che perdura ancora oggi. In pratica, il Festival divenne completamente autonomo, gestivamo ogni aspetto, dalla redazione dei contenuti alla produzione. Questa scelta ci permise di avere una maggiore flessibilità finanziaria e, fino ad oggi, abbiamo mantenuto fedelmente questa filosofia. Possiamo dire che è stato il momento in cui l’evento è davvero diventato un Festival, in maniera totalmente autonoma, permettendoci di avere più finanza da poter investire nell’evento.

Considera che in generale, il Festival si è sempre evoluto e innovato, ha sempre attratto figure di grande spessore ed ha offerto occasioni di incontro e tavoli di lavoro. La musica è rimasta sempre una protagonista fondamentale dell’evento e nel tempo abbiamo sicuramente incrementato i momenti di intrattenimento.

Un altro cambiamento significativo che abbiamo apportato è stato il riconoscimento dell’importanza della formazione oltre ai talk. Abbiamo iniziato ad introdurre una serie di master e corsi di formazione in presenza. Ci siamo però resi conto che questi corsi erano estremamente interessanti, ma spesso si sovrapponevano ai talk e costringevano le persone a fare delle scelte difficili: dovevi inevitabilmente rinunciare a qualcosa. Per questo, abbiamo deciso di anticipare questi corsi di formazione e di dedicare una sezione ai master e workshop nei giorni precedenti ai talk dal vivo. L’iniziativa ha avuto un grande successo ma è stato chiaro fin da subito che questi corsi avrebbero potuto ospitare solo un numero limitato di partecipanti quando si tenevano in presenza.

È così che l’arrivo del COVID ci ha aiutati, perché da quando l’evento si è svolto completamente online, abbiamo deciso di mantenere l’offerta dei corsi di formazione sul web, gratuiti e aperti a un vasto pubblico. Questo è stato un passaggio fondamentale perchè dopo la fine della pandemia, al ritorno in presenza, avremmo potuto riprendere i corsi a pagamento in luoghi fisici ma abbiamo scelto di continuare a offrire una parte del festival gratuita al pubblico online. Questa decisione ha segnato l’evoluzione del Festival poiché ci ha permesso di ospitare una gamma più ampia di contenuti ma soprattutto di coinvolgere un pubblico molto più numeroso.

Da sempre il nostro obiettivo è stato creare un Festival il più ricco ma anche il più democratico possibile. 


Quanto tempo richiede la preparazione del Festival? Quando iniziano i lavori?

Ufficialmente il Festival riprende i lavori ad aprile, quando in questo periodo le due associazioni si incontrano formalmente e con i consigli direttivi riapprovano la realizzazione di IF!. Di fatto però considera che ad aprile io arrivo già con una location confermata. Questo perché il comitato editoriale inizia a incontrarsi a febbraio per ragionare e definire il tema della nuova edizione. 

In questo modo, ad aprile solitamente iniziano i lavori ma abbiamo già un tema, un format e la location e si inizia così a lavorare sul lancio, sui contenuti e su tutti i suoi aspetti. Il grosso dello staff coinvolto entra in gioco ad aprile mentre io e il comitato editoriale iniziamo i lavori da febbraio. Diciamo che è un progetto a cui lavoro quasi tutto l’anno.


Quali sono state le maggiori difficoltà che hai affrontato nel corso degli anni nell’organizzazione del festival? E, d’altro canto, quali sono state le tue più grandi soddisfazioni?

In generale tutte le edizioni mi hanno dato sempre tanta soddisfazione. Quello che mi rende orgogliosa del Festival è l’entusiasmo delle persone, ma anche dei partner e delle aziende che credono in questo progetto e te ne fanno capire l’importanza. Sono tutte realtà che partecipano contribuendo economicamente e con le loro idee, sviluppando contenuti infinitamente creativi. La cosa entusiasmante è che credono nel nostro progetto e desiderano farne parte. Considera che la qualità dei partner che abbiamo è davvero eccezionale, sia come sponsor che come partner tecnici. Lavorare con loro è incredibile, anche perché ciò che mi permette di fare IF!, a differenza di quando si lavora per un cliente, è la libertà nelle scelte creative.

Se devo però raccontarti un momento particolare, voglio ricordare l’anno del Covid. Era febbraio del 2020, quel momento dell’anno in cui, come dicevo, solitamente iniziamo a ragionare sui format della nuova edizione e chiaramente, quando ci siamo trovati in quel momento particolare, era più facile dire non lo facciamo, piuttosto che facciamolo. 

Mai come in quel periodo ho capito che: “o si impara a fare qualcosa di nuovo e di diverso o se no muore”. Credo che in molti del settore degli eventi lo abbiano fatto. È stato un anno difficile per tutti in cui è stato importante reinventarsi. Io per prima ricordo che ero bloccata ad Ibiza e ho iniziato a studiare, informarmi e a cercare una soluzione per tenere vivo il Festival senza cambiarne la filosofia.

Ho studiato ovviamente i Festival musicali e compresi che: o trovavo una soluzione per il Festival, che fosse digitale ma che funzionasse, o come dicevo prima, questo moriva.

Così abbiamo deciso di fare comunque il Festival e di tradurlo in un evento totalmente digitale facendo fede a tutti i contenuti. Abbiamo costruito la nostra piattaforma e dovevamo decidere come farlo, la mia idea era trasformarlo in uno spettacolo televisivo, che oggi ci sembra scontato, ma a marzo del 2020 non è stato facile. Fu un passo di grande coraggio e grande resilienza, era importante crederci e tanto. Devo dire che quella è un’edizione che ho nel cuore perché rappresenta la vivacità di chi crede nelle cose e non le vuole far cadere. 

Un’altra edizione importante fu il 2021 poiché tutti facevano ancora cose digitali ed eravamo ancora nel pieno del Covid. Qui abbiamo lanciato “il cuore oltre l’ostacolo” e decidemmo di farlo dal  vivo, facendo entrare e uscire gli ospiti in orari scaglionati, ridefinendo le persone e via dicendo.

Infine quest’anno è importante perché torniamo al Teatro Franco Parenti, ci torniamo per la decima edizione, abbiamo delle grosse aspettative e siamo contenti di tornare in teatro.


IF! Festival ha sempre avuto un taglio internazionale. Come coinvolgete ospiti e partecipanti da tutto il mondo, e qual è stato l’effetto di questa dimensione internazionale sul festival?

Dall’idea iniziale e sin dalla prima edizione, IF! è stato concepito come un Festival internazionale. Da un lato, prendevo spunto dai Festival musicali per definire il nostro format, ma dall’altro lato c’era Cannes Lions, il luogo in cui i creativi di tutto il mondo cercavano ispirazione a livello internazionale.

In situazioni come queste, il comitato organizzativo gioca un ruolo fondamentale. Le persone coinvolte in questo tavolo sono figure di spicco del mondo della comunicazione. Possiedono relazioni di grande importanza e fanno parte di gruppi internazionali. La forza dei contenuti editoriali di IF! non deriva solo dall’idea alla base del Festival, ma anche dalla loro straordinaria capacità di stabilire relazioni.

L’aspetto editoriale di IF! è il risultato del lavoro di questo gruppo di persone che individua i personaggi che il pubblico desidera incontrare. Spesso, siamo i primi a desiderare di ascoltare questi personaggi, e poi mettiamo in gioco le nostre relazioni per contattarli. Questo richiede un enorme sforzo di coordinamento editoriale, di segreteria organizzativa e di ricerca.

Dopo più di dieci anni, abbiamo coinvolto oltre 900 ospiti.

Certamente, poi il tema del Festival gioca un ruolo importante nel guidare le nostre scelte. Quest’anno, il tema è il Rock’n Roll, e abbiamo invitato personaggi che hanno sfidato gli schemi nel loro campo, andando anche oltre il mondo della comunicazione. Abbiamo avuto ospiti come Bottura e Manuel Agnelli, nomi e figure che hanno fatto la differenza nel loro campo.


Guardando al futuro, quali sono i progetti e gli obiettivi che vedi per IF! Festival nei prossimi anni e quale visione hai per l’evoluzione futura di IF! Festival?

Le mie aspettative per IF! sono che continui a essere ciò che è oggi: un luogo di ispirazione, networking e confronto. Ci siamo resi conto, soprattutto negli ultimi due anni, che se IF! è stato finora un luogo in cui ci siamo concentrati principalmente a stimolare la creatività, dobbiamo anche includere nel nostro palinsesto le questioni culturali o strutturali che possono interessare l’intera industria, al di là della creatività stessa.

Questo è emerso chiaramente l’anno scorso durante la Gentile Protesta che si è svolta all’interno di IF!. È stato un momento di grande dispiacere, poiché abbiamo riconosciuto che nell’industria in cui operiamo ci sono problemi concreti. D’altra parte, IF! è stato forse il luogo giusto per affrontare questi problemi, indipendentemente dal concetto di creatività.

Così, se l’anno scorso abbiamo compreso che il Festival doveva espandersi, quest’anno, partendo dalla Gentile Protesta, abbiamo deciso di introdurre temi e discussioni legate al sessismo, all’inclusione e a molte altre questioni simili.

Il passo che vogliamo compiere quest’anno, e che vedo come una direzione per gli anni futuri, è fare di IF! un luogo di scambio e sviluppo culturale. Ciò che creiamo parte da chi siamo e da ciò in cui crediamo, ed ha un impatto importante sulla società. Pertanto, dobbiamo sicuramente espandere i nostri orizzonti e contribuire a promuovere la cultura in un senso più ampio.


Credits

Intervistatore: Sara Fuoco – Founder & director Eventaddicted
Intervistato: Alessandra Lanza – Direttore generale e artistico IF! Festival

IF! FESTIVAL
www.italiansfestival.it

IF! Festival è promosso da UNA e ADCI 
Main partner Youtube

Comitato Organizzativo

ADCI – Art Directors Club Italiano
Jack Blanga 
Giuseppe Mastromatteo
Alessandra Lanza

UNA – Aziende della Comunicazione Unite
Davide Boscacci 
Emanuele Nenna 
Marianna Ghirlanda

Con la presenza di Ludovica Federighi

Carla Leveratto per Google