BASE, in occasione della Milano Design Week, è diventato luogo di incontro per designer, scuole, università, istituzioni internazionali e giovani studenti provenienti da tutto il mondo. Un laboratorio sperimentale, che ha cercato di approcciarsi al futuro incerto davanti a noi con molta creatività, immaginazione e fantasia.
Partire da “oggi” per rispondere ad una domanda di fondamentale importanza: Qual è il ruolo del design in questo scenario contemporaneo controverso?
In questa seconda edizione di “We Will Design” sono stati molti i temi toccati, dai processi di co-progettazione alla casa del futuro, dai nuovi approcci all’apprendimento fino alla creazione di inediti dispositivi di salvezza ad opera dei singoli, e le proposte verranno sviluppate all’interno di tre macro progetti: Temporary home, Exhibit, They will design.
Temporary Home
CasaBASE è diventata per il secondo anno consecutivo guesthouse per 5 giovani designer provenienti da 5 paesi diversi, Francia, Germania, Inghilterra, Olanda, Italia, ai quali è stato richiesto di riflettere sul tema dell’economia circolare. Le particolari proposte sono state:
- Symbiopunk (Rebecca Schleder,Germania): bioreattore e sistema di compostaggio che converte le feci umane in humus fertile.
- Proposals for a Prevailing World – Vol. I (Joppe Broers, Olanda): mappatura di tutte le specie estinte conosciute dal 1800 in poi, per riflettere sulla rapida urbanizzazione del pianeta.
- The Big Assembly (Goliath Dyèvre, Francia): processo di trasformazione dei materiali presenti nella nostra vita quotidiana che diventano a loro volta oggetti singolari prodotti in pezzi unici funzionali o scultorei che saranno esposti anche all’interno di Exhibit. In collaborazione con Institut Français Milano – Institut Français Paris.
- The Growing Sneakers (Nicholas Rapagnani, Italia): progetto di sperimentazione di materiali organici a base di micelio come risposta più sostenibile all’attuale sovraproduzione di scarpe da ginnastica.
- Kaajal Modi, (Inghilterra): la giovane designer selezionata da una giuria internazionale in collaborazione con il British Council, invita il pubblico a esplorare il proprio rapporto con la rete alimentare e con le diverse interdipendenze che ne derivano, attraverso un percorso multisensoriale.
La bellezza di Temporary home stata nel fatto che tutte queste stanze atelier durante la settimana sono state aperte, per favorire il dialogo tra designer e visitatori.
Exhibit
Il primo piano di Base, ancora una volta ha ospitato i lavori di designer, università, accademie ed istituzioni importanti, con uno sguardo indirizzato verso il futuro del design. Tech Monterrey Mexico City, The Swedish school of textiles – University of Borås, ha presentato una mostra incentrata sulla realizzazione di manufatti realizzati con nuove tecniche di produzione tessile.
Il network IED invece, ha presentato un lavoro dedicato a dieci icone femminili del passato e del presente intitolato Absolute Beginners, insieme ad un gruppo di studenti del Royal College of Art che raccontano i loro ultimi progetti all’interno della mostra Support Systems.
Presenti anche istituzioni italiane come ad esempio RUFA- Rome University of Fine Arts e NID- Nuovo Istituto di Design, quest’ultimo, ha proposto Deruta Revolution, un progetto degli studenti di product design, corso condotto da Sara Ricciardi. Si tratta di una rivisitazione dell’Alberello, contenitore usato in passato, per conservare spezie e medicinali nelle antiche farmacie. Altro progetto importante è Analogique che, in collaborazione con l’Accademia di Design e Arti Visive Abadir di Catania, ha presentato il progetto W.E.L.(L)! – Work, Enjoy, Live, Love -, una sorta di contenitore di argomenti, eventi ed azioni possibili per ripensare le sfere della nostra vita in funzione di quattro coordinate che abbracciano l’intero corso delle nostre esistenze.
Veramente tanti i designer ospitati sia italiani che stranieri, come ad esempio: Anna Baldocchi, Francesca Tambussi, Eun Hi Kyoung, IPER-collettivo, Henry Matthieu, Valentine Maurice, Giulio Bordonaro, Nicoletta Gomboli, Adarsh Nellore, Kim van den Belt, Johanna Reymann, Sophia Schullan, Thibault Dupille, Edern Janneau.
Notevole e ben focalizzata su quello che è il tema di quest’anno, la mostra collettiva intitolata The future is in the making a cura della Romanian Design Week con i progetti di Co Laboratory, Megan Dominescu, Radu Abraham, Simina Filat, UAU Ceramics. Una mostra che ha trattato i problemi della sostenibilità e i processi che ne derivano a partire dalla problematiche sociali e ambientali che caratterizzano questo periodo storico.
Interessante anche Bolaero 0.1 presentata da Bolaero, si tratta della prima collezione disegnata da Tommaso Mirabella Roberti che ha proposto una linea di mobili leggeri, flessibili e sostenibili, costituiti da singole parti gonfiabili che possono essere assemblate in diverse configurazioni adattandosi alle esigenze dell’utente e a un ambiente in continua evoluzione.
Studio Formosa invece ha proposto dei pezzi di design unici a metà tra il fisico e il digitale. Dei candelieri, la cui forma è creata da un algoritmo che simula il modello di crescita di elementi naturali come coralli e radici, vengono stampati in 3d. Ad ogni modello è associato un NFT, che ne sottolinea l’unicità e l’autenticità del pezzo. Anche per questa edizione era presente studio.traccia con Atti fondamentali, l’obiettivo è mettere ancora una volta in connessione design e spreco alimentare attraverso uno speciale evento che genererà una scultura di oggetti realizzati con nuovi materiali prodotti con scarti alimentari, il progetto era promosso da ActionAid Italia nel quadro del progetto Food Wave, finanziato dalla Commissione Europea e guidato dal Comune di Milano, mentre FestivalDivercity è stato nuovamente presente quest’anno con la missione di presentare una proposta progettuale di spazi, fisici e di cura, capaci di accogliere i soggetti razzializzati e vulnerabilizzati realizzata in collaborazione con lo studio PLUSRL.COM.
They Will Design
BASE ha presentato, inoltre, un progetto speciale dedicato alle nuove generazioni, realizzato con il sostegno dell’Ambasciata e il Consolato Generale dei Paesi Bassi in Italia. Si passa dal WE al THEY, perchè la sfida è tutt’altro che banale:
Cosa accadrebbe se fossero le nuove generazioni a "disegnare" il mondo?
They Will Design ha coinvolto studenti tra i 18 e i 26 anni provenienti da università, accademie e luoghi di formazione italiani e internazionali, per decostruire e ripensare il concetto di “istituzione” a partire da una dimensione immaginativa, tenendo a mente temi quali integrazione e inclusione, digitalizzazione, diversity, empowerment femminile, sostenibilità ambientale, circular economy.
PARASITE 2.0 collettivo di architettura fondato nel 2010 da Stefano Colombo, Eugenio Cosentino e Luca Marullo, ha affiancato i ragazzi nello sviluppo del progetto per investigare lo status di habitat urbano. Non solo, i ragazzi sono stati affiancati anche da altri nomi illustri, quali: Leonardo Caffo, filosofo; Rebecca Gomperts, dottoressa olandese e attivista per i diritti delle donne; Marcello Cualbu, docente e libero professionista nel campo delle tecnologie applicate all’arte, al design e all’architettura; Naomie Pieter, attivista queer e antirazzista; Janice Deul, scrittrice e attivista per la promozione della diversità culturale nei settori creativi; Florian Malzacher, curatore nell’ambito delle arti performative, drammaturgo e scrittore; Jonas Staal, artista visivo che si occupa del rapporto tra arte, democrazia e propaganda.
Da non perdersi era IKEA Festival, presente negli spazi di BASE, con l’obiettivo di accompagnare i visitatori alla scoperta della visione di IKEA: creare una vita quotidiana migliore per la maggior parte delle persone. Il Festival ha offerto eventi e installazioni che vivono dalla mattina alla sera, sia in spazi indoor che outdoor, con ambientazioni e tematiche diverse ogni giorno. Esponenti di spicco del mondo del design si sono confrontati nel corso di talk e momenti di dialogo con il pubblico, durante i quali IKEA ha presentato nuove esclusive collezioni. Lo spazio inoltre, ha ospitato eventi serali con ospiti del panorama musicale italiano e internazionale.
Musica che non è mancata nemmeno nel resto degli spazi, infatti, tutte le sere fino a tarda notte un interessante palinsesto musicale curato da Le Cannibale, ha animato il cortile e le sale di BASE.