Un caffè con… Michele Franzese – CMO

Michele è fondatore di Scai Comunicazione, agenzia di marketing e comunicazione, ed è autore del recente libro dedicato agli eventi ibridi Human Digital Events. Possiamo definirlo un appassionato di sfide. Da quando ha 20 anni apre la partita iva e si misura in diverse avventure lavorative tra eventi e comunicazione. Crea format ed eventi dedicati alle start up, supporta le nuove idee e le campagne di equity crowdfunding.

Buon caffè del martedì!


Cerco sempre di fare il meglio possibile con quello che ho.
A volte è poco, ma questo continuo esercizio di creatività mi aiuta a bilanciare aspettative, risorse e risultati lasciando intatta in me l’attesa per il giorno in cui poter fare meglio con qualche risorsa in più.

Michele Franzese

1 – Lavori nel settore dell’intrattenimento da tanti anni ed hai pubblicato un libro sul futuro degli eventi pochi mesi fa.  Quali sono state le tappe fondamentali della tua formazione e professione? Ci racconti il tuo percorso fino ad oggi?

Il mio è un percorso tutto ad ostacoli, quasi un labirinto, in cui spesso mi sono perso e poi ritrovato, tra vicoli ciechi e ritorni al punto di partenza. A partire dall’Università, dove più volte ho cambiato direzione, addirittura facendo ping pong tra facoltà scientifiche ed umanistiche. È un percorso che non rifarei e che non consiglierei certamente a nessuno, ma che oggi mi fa essere quello che sono, avendomi dato la capacità di pensare in maniera non convenzionale e di utilizzare con equilibrio pensiero razionale e creativo.
La voglia di lanciarmi ed affrontare sfide nuove ogni giorno, alzando sempre l’asticella, mi ha portato a sbagliare tanto, ma anche a confrontarmi sempre con nuove attività. Penso all’organizzazione degli eventi. Se aspetti di avere tutto pronto per organizzare un tuo format, difficilmente partirai. La mia esperienza mi dice sempre di fare il massimo con quello che si ha, il resto verrà poi, se lavori sodo.


2 – Lavori spesso a nuovi format e con le start up. Cosa ti piace e cosa ti appassiona di questi progetti?

Proprio l’idea di avere a che fare con cose nuove.
Temi nuovi, prodotti nuovi, persone nuove, team da mettere assieme e far comunicare. Poi il concetto stesso di validazione mi affascina molto. Io sono uno di quelli, a dirla con Eric Ries (nda autore di Lean Startup) che prenderebbe in mano i volantini con l’offerta speciale della startup appena creata e andrebbe in mezzo alla gente a chiedere cosa ne pensano o a venderne l’idea per capire se funziona. 


3 – Spesso nei tuoi eventi sei anche il conduttore. Come si vive un evento dal back office al dietro le quinte fino a sopra il palco? Quali emozioni si vivono?

In questo mi ha aiutato la prima parte della mia vita, in cui ho fatto il direttore artistico di una discoteca, poi sono stato per tanti anni in una band e infine ho fatto teatro, anche a livello professionale. Tutte esperienze che mi hanno dato una visione dell’intrattenimento a 360°, dal rapporto con il pubblico alla parte creativa! Il backstage ha un fascino segreto, quello di conoscere i meccanismi che sono dietro alla realizzazione di un evento, ma il palco rimane la dimensione umanamente più impattante. Quando parte il tempo ed esci sulla scena, sei un po’ il gladiatore nell’arena, solo, ma sapendo che ogni tuo gesto, ogni tua parola sarà sotto gli occhi e sulla bocca di tutti.

C’è grande tensione, alla quale corrisponde sempre una grande emozione e poi, unire queste due dimensioni, quella del back e del front, mi consente di avere una visione dell’evento totalizzante. 


4 – Hai aperto la partita iva a 20 anni. Cosa ti ha spinto a scegliere un percorso da lavoratore autonomo fin dall’inizio e cosa ti senti di consigliare ai giovani che vogliono intraprendere il tuo stesso percorso?

L’ho fatto senza pensarci, anche perchè caratterialmente sono uno che ama lanciarsi senza troppi retropensieri. L’ho fatto anche un po’ come reazione al lavoro dei miei genitori, entrambi funzionari dipendenti. Non mi sono mai pentito di averlo fatto.

Essere imprenditore ti da una carica emotiva, professionale e creativa incredibile, ogni giorno. Ogni volta che ti viene un’idea, non devi aspettare che qualcuno ti dica che puoi o non puoi farla, vai fuori e la realizzi. Ovviamente hai anche tante responsabilità, ma se il settore in cui operi ti appassiona, non c’è sacrificio o responsabilità che possa fermarti.

Ai giovani consiglio semplicemente di lanciarsi. Soprattutto all’inizio non abbiate timore di sbagliare, c’è sempre tempo per recuperare, per ripartire, per risanare. Ma nessuno potrà dirvi che non ci avrete provato e nel percorso imparerete più di quanto possa mai insegnarvi qualsiasi altra esperienza. 


5 – Se avessi un super potere quale sarebbe e come lo utilizzeresti nel tuo lavoro?

Beh, immagino quello di riportare indietro l’orologio anche solo di 5 minuti. A volte, avere la possibilità di rifare qualcosa per cui si è commesso un errore, sarebbe fantastico. Ovviamente il rischio è che, con il carattere che ho, sarei capace di commettere un errore diverso da quello appena commesso.
E poi ci vorrebbe un nuovo ritorno al passato! 


Credits    
Intervistatore: Sara Fuoco    
Instagram: @sarafuoco    

Intervistato: Michele Franzese
Sito: www.scaicomunicazione.com
Instagram: @michelefranzese
LinkedIn: Michele Franzese

Illustrazione di: Carlotta Egidi   
Instagram: @carlottaegidi89