Human Digital Events. Ripensare gli eventi in un mondo digitale e in una prospettiva umana

Gli ultimi due anni possiamo definirli assolutamente rivoluzionari per il nostro settore.

Una rivoluzione travolgente, arrivata nelle nostre vite come un fulmine a ciel sereno. Non eravamo preparati ma abbiamo imparato e ci siamo misurati in questa nuova vita provando a cambiare pelle, abbiamo trasformato i nostri servizi, ci siamo specializzati in campi nuovi, ci siamo reinventati. Sono nate tante nuove realtà, sono stati utilizzati nuovi strumenti di lavoro, abbiamo sperimentato nuove abitudini lavorando in smart-working e abbiamo organizzato eventi sempre più ibridi.

Michele Franzese, direttore generale di Scai Comunicazione, ha scritto e pubblicato Human Digital Events, un libro che affronta e racconta l’avvento della digitalizzazione nel mondo degli eventi e affronta in un vero e proprio diario-racconto i difficili mesi di pandemia che abbiamo vissuto e di come sia stato possibile mantenere, nonostante tutto, vivo il settore degli eventi.

Abbiamo fatto una chiacchierata con Michele che ci ha raccontato com’è nata l’idea di scrivere il libro.


Ciao Michele, complimenti per il tuo libro! Human Digital Events è la tua prima pubblicazione?

Ciao a tutti!
Ebbene sì, è la mia prima pubblicazione e spero non l’ultima. Questo progetto mi ha fatto capire che fissare le parole sulla carta e vederle poi in un libro stampato è una cosa che mi da molta soddisfazione, soprattutto se immagino quel libro letto da altri che possono prendere qualche ispirazione o consiglio utile per il loro lavoro! 


Se dovessi riassumere in poche righe il senso del tuo libro, cosa diresti?

Direi che è un libro “in movimento” che cerca di catturare l’attimo…
Sono pagine che raccontano le tante esperienze fatte con gli eventi ibridi da chi ha avuto il coraggio di lanciarsi per scoprire “by doing” nuovi linguaggi e nuove forme, muovendosi in un territorio completamente inesplorato. 


Da dove è nata l’ispirazione?

L’ispirazione è nata proprio dal voler condividere l’esperienza diretta che abbiamo fatto durante il primo lockdown. Noi, ma come tanti organizzatori di eventi e di networking che proprio dalle persone traevano la loro forza, ci siamo chiesti se fosse la fine del nostro lavoro o se invece avremmo potuto inventarci qualcosa in grado certamente non di sostituire, ma almeno di mantenere vive le connessioni con la nostra community.

L’ispirazione è nata dalle infinite prove, dalle notti insonni passate a ragionare con il team, dalle lunghe chiacchierate con altri organizzatori.



Quando hai iniziato a scriverlo e quando hai messo l’ultimo punto?

Ho iniziato a scriverlo dopo averne parlato con Maggioli editore. All’inizio è stato molto bello lavorare sullo schema e poi entrare nel vivo di ogni singolo capitolo, in particolare la parte delle interviste.

L’ultimo punto invece è stata una fatica immensa metterlo, perchè negli ultimi mesi si sono rincorsi continui cambiamenti e quindi ogni volta che rileggevo il testo, c’era qualcosa che andava cambiata, perchè TUTTO STAVA CAMBIANDO! 


Hai intervistato diversi esperti del settore, come li hai selezionati e perché?

Li ho cercati tra i più arditi, tra coloro che invece di fermarsi e rinviare, hanno avuto il coraggio di sperimentare. Penso agli organizzatori del Festival del Cinema di Venezia, che caparbiamente hanno deciso di farlo in presenza, ma anche alla Milano Digital Week, tra i primi eventi ibridi con numeri di partecipanti incredibili. O, ancora, al bellissimo progetto Rinascita Digitale, realizzato con poco ma che ha tenuto incollati allo schermo migliaia di utenti!

Michele Franzese – Autore Human Digital Events

Quali messaggi vuoi trasmettere ai tuoi lettori? E quali domande poni?

Quello che mi piace sempre raccontare a clienti e persone con cui collaboro è l’idea che si possa e si debba sempre cercare di fare il massimo con quello che si ha. Ma pongo anche tante domande sul futuro degli eventi online. A iniziare da quella più importante “la tecnologia attualmente è in grado di simulare un’esperienza davvero ingaggiante per gli utenti online”? La risposta è probabilmente no. Ma magari qualcuno mi smentirà!


All’interno del tuo libro hai trattato argomenti che ad oggi sono nel pieno di un’evoluzione. Questo fattore ti ha reso difficile la scrittura e la pubblicazione?

Sì, è stata assolutamente la cosa più complessa ma anche quella più sfidante. Raccontare le cose mentre stanno accadendo ti impone sempre di cercare una neutralità che difficilmente riesci ad avere. La parte bella è stata quella di avere l’opportunità di provare decine di tool e piattaforme e vederne l’evoluzione quotidiana per migliorare l’esperienza degli utenti! Una vera gara all’innovazione. 



Ora dicci… come immagini gli eventi del futuro e cosa non vorresti mai cambiare?

Finchè la tecnologia non sarà semplice e immersiva, magari in un Metaverso che ancora non esiste in questa forma, mi immagino eventi dove le persone vogliano andare, sapendo che il loro tempo prezioso sarà rispettato, proponendo contenuti e speaker di qualità, approccio creativo e igiene/sicurezza degli spazi. Oggi siamo meno disponibili a scendere a patti da questo punto di vista.


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