Un caffè con… Carlo Campopiano – Show Director

Scuola MTV, collabora da freelance con diverse realtà per grandi convention, festival, award show, gala dinner e concerti in presenza/digitali. Ha lavorato per: Cesare Cremonini, San Pellegrino, Ferrari, Alleanza, ADCI, Nestlé, Google, Coca Cola, Allianz, Pirelli, AIC, American Express, Netflix, Fifa, Amazon.

Si definisce maniaco del controllo e super simpatico sul lavoro, aspetti che a suo parere lo aiutano molto nel suo ruolo.

Buona lettura e buon caffè del martedì.


Io voglio tecnici simpatici, quelli bravi li lascio agli altri

1 – Come è nata la tua passione per il mondo degli eventi? Puoi raccontare un ricordo specifico o un momento chiave che ti ha fatto capire che questo era il settore in cui volevi lavorare?

La passione credo di averla avuta nel cuoricino sin da piccolo, il mio primo show infatti è stato a 4-5 anni nella mia cameretta. Pubblico delle grandi occasioni: 4 persone, cioè i miei e due amici di famiglia; come soundtrack “Thriller” di Michael Jackson. Performance e direzione creativa mie, alle luci mio fratello sotto il letto con una torcia e una piccola gelatina rossa per il cambio colore. Ad un certo punto il passaggio di uno skateboard così de botto, senza senso.

Scherzi a parte in realtà la cosa è venuta da sé, mi sono sempre interessato alla musica in primis, alle grafiche, alla tecnologia, gli ingredienti c’erano tutti e già al liceo, quando mi chiedevano cosa volessi fare da grande, rispondevo “i concerti di MTV”.


2 – Hai iniziato il tuo percorso lavorativo nel settore televisivo. Come è stata la transizione dai programmi TV agli eventi live? Quali sfide hai affrontato in questo passaggio?

In realtà nel mio caso è stata una transizione abbastanza morbida perché dopo un anno scarso di tv “pura”, in studio, sono passato subito ai live (proprio i concerti di MTV di cui sopra!). L’approccio quindi è rimasto bene o male lo stesso, anche perchè la scuola MTV mi aveva fornito un’ottima formazione sul campo, in particolare nel costruire le scalette degli show e nel seguire il processo creativo e realizzativo di musiche e visual.


3 – Quali competenze chiave ritieni fondamentali per eccellere nel tuo ruolo nel settore degli eventi, e quali passi consigli per svilupparle nel corso della carriera?

La mia figura credo richieda un perfetto mix di creatività e competenza tecnica.
Sulla prima c’è un pochino meno da fare, o meglio secondo me creativo si nasce, ma poi si deve avere sempre la voglia di coltivare la creatività. Io mi sparo un sacco di film, serie tv, mi guardo show nazionali e internazionali, faccio ricerca musicale ogni settimana, perché tutto vale come ispirazione e alimenta il processo creativo. E poi annuso qui e lì le nuove tecnologie o gli aggiornamenti su quelle esistenti, perchè come dico sempre io “faccio schiacciare i bottoni”, ma devo mettere in condizione i tecnici di schiacciare quelli giusti al momento giusto.

Il mio consiglio è quindi “semplicemente” di assecondare il proprio istinto, cercando ispirazione e studiando l’hardware. Che poi così semplice per tutti non è, e quindi il consiglio ancora prima è di farvi delle domande ben mirate sul vostro futuro.
Se volete “fare eventi” giusto per il gusto di dire “faccio eventi” vi consiglio di fare altro nella vita. 

Aggiungo anche due elementi sul piano “umano” che per me sono fondamentali, ovvero la precisione e la serenità. Nel mio lavoro bisogna essere molto precisi, attenti, direi un po’ pignoli, altrimenti si rischia di mandare in vacca produzioni mediamente costosette e frutto del lavoro di mesi di tante persone.

Ma le giornate di prove e di evento devono essere piacevoli anche per chi ci lavora dietro, motivo per cui cerco sempre di creare un ambiente sereno e rilassato (per quanto possibile, in giornate lavorative che nel nostro settore sono piuttosto luuunghe e intense). Se si crea un bel clima in regia, si crea la giusta sintonia e magari si fa la merendina insieme (chi lavora con me sa che se non mangio divento matto) va tutto molto meglio!


4 – Sei regista di eventi di varia “natura”. Qual è il progetto che ricordi con maggiore soddisfazione e perché?

Te ne dico due: Aperol Happy Together Live 2018 e Universiade Closing Ceremony 2019. Il primo è stato un concerto con Marracash, Cosmo ed Elisa che ha sancito la mia volontà di seguire la regia live degli show. Il cast era pazzesco, il format e la squadra di lavoro erano fighi ed è stata la prima grande barca che ho guidato (scusa la metafora alla Jack Sparrow ma è come mi vedo io a lavoro, al timone tra i marinai e le onde).

La seconda è stata una super prova di forza per qualche intoppo qui e lì, diciamo, ma stare in regia in mezzo al San Paolo di Napoli (oggi Diego Armando Maradona) di fronte a un palco gigante tra 35.000 persone, comici, ballerini, funamboli, rapper, dj e centinaia di atleti è stato super.


5 – Se avessi un super potere quale sarebbe e come lo utilizzeresti nel tuo lavoro?

Probabilmente il poter sparire all’istante, sarebbe utile durante alcune call e riunioni dove si perde un sacco di tempo inutilmente 🤓

Ma anche fare quella cosa che faceva John Coffey ne “Il miglio verde”, ma al posto di estrarre il male dai corpi delle persone a volte vorrei estrarre l’ansia di alcuni collaboratori, in intercom e non. 😬


Credits

Intervistatore: Sara Fuoco
Instagram: @sarafuoco
LinkedIn: Sara Fuoco

Intervistato: Carlo Campopiano
Instagram: @creativefromhell
LinkedIn: Carlo Campopiano

Illustrazione di: Carlotta Egidi
Instagram: @carlottaegidi89