Alberto è Direttore Commerciale in STS Communication, azienda dove lavora da più di 25 anni.
Segue i suoi clienti con dedizione trasmettendo la grande passione per il mondo degli eventi e del live.
Telecamere, video e schermi giganti sono tra le parole più utilizzate durante la sua giornata e per ricaricare le pile ama seguire i live e i concerti a cui lavora con il team di STS.
Buon caffè del martedì e buona lettura!
1- Quando hai capito che cavi ed americane sarebbero stati i tuoi migliori amici?
Avevo 25 anni quando ho scoperto questo settore.
Non immaginavo cosa ci fosse dietro il mondo degli eventi, non è uno di quei mestieri conosciuti che da bambino vorresti fare da grande anzi, penso che la maggior parte della gente non ne conosca l’esistenza o sappia di che si tratta… e ce l’ hanno dimostrato anche durante il covid, purtroppo siamo in un settore invisibile per molti.
Mi ha affascinato da subito, mi ha rapito quando ho capito che avevo la possibilità di fare cose che mi avrebbero permesso di vivere emozioni così forti che probabilmente non sarei riuscito a vivere con altri mestieri. Soddisfazioni uniche, avere la possibilità di viaggiare, vedere posti che non sarei mai riuscito a vedere se non grazie a questo lavoro, eventi, città e location che non erano per tutti. Ancora oggi, nonostante il peso dell’aumento delle responsabilità, gli impegni maggiori, la mancanza di tempo da poter dedicare alla vita privata, penso di avere il privilegio di fare un mestiere che amo tantissimo e che concede emozioni uniche che pochi lavori riescono a dare.
2 – Con STS Communication, in questo periodo difficile, siete stati molto attivi a sostegno del settore, sia con l’iniziativa di Bauli in Piazza che con Scena Unita. Raccontaci come state collaborando.
Nel nostro piccolo abbiamo cercato di contribuire come potevamo a sostegno del settore e delle persone che ne fanno parte. Ci siamo immedesimati fin da subito in coloro che si sono ritrovate senza possibilità di lavorare, senza nessun aiuto proprio come noi.
Abbiamo dato la nostra disponibilità e abbiamo sostenuto Bauli in Piazza, mettendo a disposizione i nostri studi di posa attrezzati e lo staff necessario per le dirette streaming delle conferenze stampa di Scena Unita. Abbiamo segnalato fondi come quello di Live Nation, che ha aiutato i professionisti del settore, i nominativi dei tecnici rimasti bloccati dai tour sospesi e di altri nostri collaboratori con l’auspicio che riuscissero a rientrare tra quelli che avrebbero ricevuto il contributo erogato.
3 – Quanto è importante vivere la produzione e la “messa a terra” di un progetto per poi poter seguire un cliente e capire le sue esigenze?
Essere coinvolti fin dall’inizio della nascita di un progetto penso sia il modo migliore per conoscerne i dettagli, si comprendono le logiche, le filosofie, permettendo così di interpretare al meglio ogni aspettativa del cliente.
Sono un sostenitore della condivisione, del team, dei gruppi di lavoro in cui ogni persona con le proprie esperienze, ruolo, idee e capacità può contribuire a costruire in modo concreto quella che era l’idea mettendola a terra. Ogni ruolo è fondamentale in un processo realizzativo, anche chi è meno coinvolto sul cantiere è necessario alla buona riuscita.
4 – Quanto ti manca l’adrenalina e l’emozione del live?
Le emozioni e l’adrenalina sono la mia benzina.
Prima del Covid nei momenti di maggior difficoltà emotiva, stress, fatica mi rifugiavo in qualche concerto o evento su cui eravamo coinvolti, mi ridava la carica e la soddisfazione per continuare a fare quello che facciamo e cercare di fare sempre meglio.
In questo difficile periodo in cui sono aumentati gli impegni che generano maggior affaticamento emotivo, l’assenza di questa possibilità ha reso tutto ancora più difficile. Mi manca la parte bella del nostro mestiere, senza la spinta che quelle emozioni ci danno il senso della fatica è più grande da sopportare.
Non vedo l’ora di poter rivivere come e quando voglio tutto ciò a cui abbiamo dovuto rinunciare in questi mesi.
5 – Se avessi un super potere, quale sarebbe e come lo utilizzeresti sul tuo lavoro?
Mi piace far star bene le persone, farle star bene mi fa star bene.
Se avessi un super potere vorrei far star bene le persone tutte, non intendo il puro senso materiale ma intendo con azioni che aiutino a farle stare bene “dentro”.
…e se avessi più super poteri… vorrei soddisfare la richiesta tormentone di sempre, più ricevuta in tutta la carriera: “fate gli ologrammi?”. Chissà, spero di soddisfarla prima della vecchiaia.
Credits Intervistatore: Sara Fuoco Instagram: @sarafuoco Intervistato: Alberto Azzola Instagram: @alberto_azzola LinkedIn: Alberto Azzola Illustrazione di: Carlotta Egidi Instagram: @carlottaegidi89