”Invincibili” è il titolo sulla prima pagina de L’Equipe. Un riconoscimento particolare da una Nazione, la Francia, che non ci ha mai amato troppo. E già questo la dice lunga.
Dunque la Nazionale Italiana è campione d’Europa dopo la battaglia di Wembley, dove è andata sotto, ha pagato lo scotto dell’emozione, ha vacillato ma non è caduta, ha raccolto le forze e ha reagito. Poi il gol di Bonucci, quasi inaspettato, ha riacceso le speranze, e le parate di Donnarumma dal dischetto le hanno regalato un trionfo bellissimo.
“It’s coming Rome” scrive oggi in prima pagina The National, il giornale scozzese che alla vigilia aveva riposto tutte le speranze in Roberto Mancini ritratto in versione Braveheart. Cuore impavido, quello dell’Italia che ha dato tutto.
“Il calcio torna a casa nostra”, in questo strano Paese che, quando meno te l’aspetti, risorge dalle sue ceneri. Come è avvenuto in quell’altro 11 luglio, quella del 1982, quando davanti a un altro presidente, Sandro Pertini, gli azzurri portarono a casa da Madrid il nostro terzo titolo mondiale.
“Heartbreak”, Spaccacuore sono altri termini usati dai giornali britannici, che meglio spiegano cosa ha rappresentato la sconfitta per la selezione Inglese, la supponente Inghilterra certa che in casa, a Londra, dinanzi a oltre sessantamila tifosi, avrebbe vinto a mani basse.
I tifosi inglesi, quasi cinquantamila, guardano invece nel vuoto sapendo d’aver perso – dopo l’unico glorioso titolo, il mondiale del 1966 – un’altra storica occasione per riportare in patria un trofeo importante. Prima della partita, potentissimo, si sentiva solo il loro inno, quel “Football is coming home” con cui ci hanno rimbombato la testa dall’inizio dell’Europeo. Il vantaggio lampo, illusorio, a freddo aveva alimentato aspettative e ambizioni. È svanito tutto a mano a mano che gli Azzurri guadagnavano metri e fiducia, fino al pareggio di Bonucci e ai quasi gol di Berardi e Bernardeschi. L’Inghilterra s’è arresa ancora una volta ai calci di rigore. “Non avremmo potuto fare di più. Perdere così è la sensazione peggiore del mondo”.
Niente da fare. Dopo le polemiche sulla Brexit, inutile nasconderlo, anche una sconfitta a Wembley, nel leggendario tempio del football, assume il sapore di una rivincita particolare.
Oggi la Nazionale è attesa al Quirinale alle ore 17 per essere ricevuta dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, presente ieri a Londra per la finale degli Europei, e alle 18:30 dal presidente del Consiglio Mario Draghi a Palazzo Chigi. È solo una vittoria calcistica, d’accordo. Ma a volte per rialzare la testa, e tornare a guardare il futuro con animo più leggero, a volte abbiamo bisogno anche di questi simboli, di queste imprese, di queste emozioni, di questi abbracci.
C’era bisogno di un nuovo inizio, e la Nazionale, entusiasmandoci e facendoci tornare nelle piazze, ci ha fatto ritrovare questa voglia di vivere di nuovo insieme.