Dopo un decennio di attesa, finalmente una donna giovane e grintosa si è imposta alla ribalta della 74ª edizione del Festival di Sanremo. Angelina Mango, erede di una delle voci più iconiche della musica italiana, Pino Mango, ha conquistato il cuore del pubblico e della giuria, portando a casa la vittoria e restituendo il prestigioso trofeo alle donne dopo un lungo periodo di assenza.
Il ritorno della vittoria femminile non è l’unico elemento che ha caratterizzato l’edizione di quest’anno. Il palco di Sanremo 2024 si è illuminato di freschezza e innovazione grazie alla presenza predominante dei giovani talenti. La musica, veicolo di messaggi profondi e significativi, ha permeato l’atmosfera della competizione, contribuendo a dare voce alle nuove generazioni e affrontando temi importanti che toccano il cuore della società contemporanea. In questa edizione, i giovani sono stati protagonisti indiscussi, dimostrando di possedere un talento eccezionale e una visione unica del mondo. Le canzoni in gara hanno toccato tematiche come l’inclusività, l’amore senza pregiudizi e la consapevolezza ambientale, suscitando riflessioni profonde nel pubblico e mostrando come la musica possa essere uno strumento per veicolare messaggi di cambiamento.
Cosa ci è piaciuto:
- La conduzione e i co-conduttori: Amadeus ha confermato la sua abilità nell’arte di condurre, mentre la scelta di co-conduttori con profili diversi ha portato genuinità ed entusiasmo sul palco. Teresa Mannino rompe il ghiaccio e strappa sempre un sorriso: una donna che non ha paura di dire la cosa sbagliata e che ha scelto di viversi Sanremo gustandosi ogni momento dall’inizio alla fine. Lorella Cuccarini e Fiorello una certezza, tanto che li vorremmo rivedere sul palco l’anno prossimo.
- La varietà nella scelta degli artisti in gara ha fatto emergere diversi talenti che hanno portato sul palco dell’Ariston il confronto tra generazioni. Il mix di passato, presente e futuro ha creato un punto di incontro che ha funzionato perfettamente, evidenziando la diversità e la ricchezza della musica italiana.
- I temi portati sul palco dagli artisti hanno aggiunto un livello di profondità al Festival. Il palco si è rivelato ancora una volta il luogo ideale per lanciare messaggi importanti e affrontare tematiche sociali, dimostrando il potere della musica nel veicolare messaggi significativi.
- L’audience del Festival che anche quest’anno ha attraversato tutte le generazioni, coinvolgendo i cosiddetti Boomer, Millennials e la Gen Z. Questa inclusività ha contribuito a creare un ambiente unico, dove diverse età e gusti musicali si sono fusi in un’esperienza condivisa.
- I tre palchi, i collegamenti esterni e le numerose attività organizzate attorno al Festival hanno aggiunto un tocco di vitalità e atmosfera unica al grande evento tanto atteso. Il Festival ha trasmesso l’emozione di vivere l’evento a 360°, facendo venire voglia a tutti di trasferirsi a Sanremo l’anno prossimo, per tutta la settimana!
Cosa non ci è piaciuto:
- I fischi e le polemiche per Geolier. I fischi sono un modo di esprimere dissenso che lascia sempre un amaro in bocca. La diversità di opinioni sulla classifica è naturale, ma è importante affrontarla con rispetto, specialmente quando il destinatario è un giovane talento di 23 anni che ha dedicato impegno e dedizione per salire su quel palco. Nella serata delle cover, i fischi rivolti a Geolier, o più specificamente alla sua posizione in classifica, hanno creato un ambiente spiacevole, risultando sminuenti e demoralizzanti. L’arte e la musica meritano di essere celebrate e rispettate, indipendentemente dalle preferenze individuali.
- Per quanto riguarda gli ospiti speciali, ci si aspettava qualcosa di più. Vedi il coinvolgimento di John Travolta. L’occasione è stata considerata persa per non aver permesso di far raccontare all’ospite qualcosa di ispirazionale e interessante. Un’opportunità sprecata che avrebbe potuto arricchire l’esperienza del pubblico.
- La seconda e la terza serata, a tratti noiose, suggerendo la possibilità di una riduzione a quattro serate totali. Una nuova formula potrebbe prevedere le prime due serate per ascoltare tutti gli artisti, la terza per le cover e la finale, consentendo una maggiore focalizzazione sulla qualità e l’originalità delle esibizioni.
Amadeus e l’addio al Festival
Un altro aspetto cruciale di Sanremo 2024 è l’addio di Amadeus, il direttore artistico che ha contribuito a rendere l’evento un’icona della musica italiana. Durante i suoi anni di direzione, Amadeus ha aperto le porte a tutti i generi musicali, ha dato spazio ai giovani talenti emergenti ed ha avvicinato un pubblico giovane, rendendo il Festival di Sanremo un evento inclusivo e accessibile a tutte le generazioni.
La domanda che ora sorge spontanea è: chi prenderà il suo posto? Sarà in grado di mantenere l’alto standard e la reputazione di un evento musicale già di per sé rilevante in Italia? Il futuro del Festival di Sanremo è avvolto da un alone di incertezza, ma è certo che il lascito di Amadeus è un punto di riferimento importante per chiunque voglia assumere il timone di questa storica manifestazione.
Ascolti e share
La serata delle cover di Sanremo 2024 (dalle 21.15 all’1.59) è stata seguita in media da 11 milioni 893mila telespettatori pari al 67.8% di share.
Ascolti boom per la serata finale. La quinta serata infatti, dalle 21.27 all’01.59, è stata seguita da 14.301.000 spettatori con il 74.1% di share. L’anno scorso la media dell’ultima serata del festival, dalle 21.25 all’1.59, era stata di 12.256.000 telespettatori con il 66% di share.
I Premi e i Riconoscimenti:
- Angelina Mango ha ottenuto il prestigioso Premio Sala Stampa Lucio Dalla e il Premio Giancarlo Bigazzi per la miglior composizione musicale, assegnato dall’orchestra del Festival, per il brano “La Noia”.
- Loredana Berté è stata onorata con il Premio della Critica Mia Martini.
- Fiorella Mannoia ha ricevuto il Premio Sergio Bardozzi per il miglior testo con “Mariposa”.