Milano MuseoCity ha riaperto le porte dei Musei chiusi.

È il perfetto ossimoro che possiamo accostare all’iniziativa di Milano MuseoCity, che ha proposto visite guidate, laboratori per bambini, conferenze, aperture straordinarie e iniziative speciali nei luoghi espositivi del capoluogo lombardo e dintorni. E’ un momento storico particolare, in continua evoluzione, dove la difficoltà maggiore è l’impossibilità di progettare un futuro a lungo termine. 

Silvia Adler, Project Manager di Museo City , ritiene che in questo momento pensare a ciò che sarà non è semplicissimo. 

Offrire alle 89 diverse istituzioni museali della città di Milano e dell’hinterland che fanno parte di MuseoCity la possibilità di esprimersi appieno anche durante l’emergenza sanitaria “ è il nostro obiettivo oggi “- ci dice-“ e per farlo sfruttiamo ciò che oggi ci permette di connetterci con il nostro pubblico”.


Più di 40 mila interazioni su Youtube e oltre 6000 visualizzazioni dimostrano chiaramente che il pubblico è in grado di fruire i musei anche in maniera interattiva e non necessariamente in presenza. Questi dati possono essere la dimostrazione di come siete stati capaci di trasformare una situazione oggettiva di difficoltà come la Pandemia, in una opportunità e di nuova offerta del prodotto Museale?

Certamente! Questa volta abbiamo trovato un pubblico attento e curioso, che è tornato più volte a visitare il canale YouTube di MuseoCity, però abbiamo sentito tutti molto la mancanza di un programma di attività in presenza, cancellate o trasformate in attività online in meno di 72 ore, a causa del passaggio in zona arancione dell’intera regione.


Meno visitatori in presenza, più proposte personalizzate. Questo paradigma può essere una strada da seguire per il futuro? La possibilità di interagire in maniera più verticale con il pubblico, attraverso i social o i canali digitali, acquisendo informazioni, chiedendo loro valutazioni sulle esperienze provate, e quindi proposte personalizzate, potrebbe diventare la nuova frontiera dei Musei?

L’ultimo anno non è stato per nulla semplice, ma d’altra parte la pandemia ha avuto un effetto quasi positivo: ha costretto il Museo a ripensarsi come istituzione, adeguandosi ad una transizione digitale in corso ormai in molti altri settori. Anche per questo motivo, MuseoCity nei mesi scorsi ha lavorato ad una edizione di manifestazione “ibrida”, con attività sia in presenza che da svolgersi in ambito digitale. 

In questo caso il supporto di MUMAC ha reso possibile questa trasformazione anche all’interno delle attività curate da MuseoCity: Museo Segreto, mostra diffusa sull’intero territorio milanese che ogni anno svela opere appunto “ segrete” che seguono il fil rouge dell’edizione. Abbiamo quindi potuto offrire ai cittadini milanesi – e non solo! -, una nuova serie podcast che lega ancora di più tra loro le istituzioni partecipanti, proponendo all’ascoltatore 7 passeggiate immaginarie tra le strade della città.

Sicuramente il digitale può venire incontro ai musei, ma bisogna affiancare alle attività museali anche nuove professionalità e strumenti di analisi. I musei hanno ora bisogno di confrontarsi con alcune discipline che, forse, fino a qualche anno fa potevano sembrare lontanissime: marketing e comunicazione. Oggigiorno è più che mai importante conoscere i propri visitatori, follower e,- perché no-, i propri ambassador. Andare al museo non deve essere più considerata una attività noiosa e soltanto educativa, ma deve legarsi sempre più a quella concezione di edutainment tanto auspicata negli ultimi 10 anni.

E’ importante però ricordare che il digitale non può sostituire l’esperienza della visita in prima persona, capace di creare un legame emotivo tra visitatore e opera d’arte, in grado di ispirare e creare suggestioni uniche. I social e i canale digitali hanno, e avranno, sicuramente un ruolo importantissimo ma devono essere considerati come attività complementari, in grado di interagire con un pubblico più vasto, approfondire la conoscenza di opere e autori, grazie anche solo ad una funzione di ingrandimento di sezioni di dipinti di cui ora è possibile anche scoprire i particolari più piccoli, anche invisibili all’occhio umano.

Il futuro del Museo è uscire dalle proprie mura. In questo il digitale sarà fondamentale per dare la possibilità di avere un pubblico sempre più attivo, soprattutto attraverso l’utilizzo dei social media, che possa avvicinarsi senza timore alle bellezze del nostro patrimonio culturale.


La partecipazione a questa edizione di molte aziende, istituzioni e istituti professionali, dimostra la vostra apertura verso il mondo della cultura imprenditoriale che sembra abbia risposto in modo molto positivo. Quali sono i progetti di collaborazione futura con scuole e università?

MuseoCity crede molto nell’intersettorialità e nella collaborazione anche tra istituzioni molto diverse tra loro. D’altra parte già il network di musei rispecchia tale vocazione: ogni anno partecipano alla manifestazione oltre 85 tra musei d’arte, musei d’impresa, fondazioni private, archivi d’artista, di architetti e designer e case museo.

Anche il mondo della cultura può attingere dall’esperienza imprenditoriale, declinandola al proprio settore e facendo proprie alcune best practice. Per questa ragione l’anno scorso abbiamo lanciato un contest per gli studenti delle scuole di design milanesi, per la progettazione di una seduta innovativa da posizionare all’interno dei musei della città, agevolando così il percorso di visita a persone con lievi disabilità fisiche, ma anche a coloro che vogliono semplicemente concedersi un momento di riposo, contemplando un’opera od oggetto d’arte.

In ambito universitario stiamo anche collaborando con l’Università Bicocca e con la Statale: entrambe hanno proposto delle opere “segrete” per questa edizione di MuseoCity. Inoltre, la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Lombardia ha proposto un’interessante conversazione che racconta dell’acquisizione da parte dell’Università Bocconi dell’archivio della Camera nazionale della moda italiana… e questo è soltanto l’inizio di ciò che speriamo diventi una fruttuosa collaborazione tra no profit-università-impresa!


MUMAC

Nell’ambito di questa iniziativa, si inserisce la proposta dell’iniziativa Pausa Caffè MuseoCitypodcast dedicato al mondo dei musei, realizzata in collaborazione con il MUMAC, Museo della Macchina per il Caffè di Gruppo Cimbali, che permette di conoscere la più importante esposizione al mondo di macchine professionali per il caffè espresso.

Barbara Foglia, Responsabile MUMAC presso Cimbali Group, si definisce una produttrice di idee, e lo dimostra nei fatti.

Come si può trasferire un’esperienza prettamente fisica come una visita al museo della macchina del caffè in un’esperienza virtuale su facebook o youtube. Che tipo di risposta si aspetta o sta avendo in termini di coinvolgimento?

Tutte le istituzioni di fronte a quanto accaduto si sono trovate a dover mettere in campo nuove pratiche per trasformare l’esperienza fisica in virtuale. 

Come MUMAC eravamo già attivi on line anche prima del lockdown 2020 e indubbiamente questo ha facilitato le cose. È stato piuttosto immediato effettuare un upgrade nell’utilizzo dei canali social, creando contenuti via via più complessi e cogliendo fin da subito le opportunità fornite da tali piattaforme per perseguire l’obiettivo fondamentale di mantenere un fil rouge di presenza nei confronti di tutti gli interlocutori, continuando il nostro impegno ad “accorciare le distanze” grazie all’arte, alla cultura e alla bellezza, pur nella difficoltà e imprevedibilità della situazione. 

L’incremento nell’utilizzo dei canali social si è tradotto nella realizzazione di rubriche, tour virtuali, nuovi contenuti e anche nel cogliere le opportunità offerte man mano dalla rete e dalle stesse istituzioni. 
Abbiamo immediatamente sposato negli obiettivi l’iniziativa Pausa Caffè, serie di podcast voluti da MuseoCity per dare voce ai musei chiusi, supportando l’iniziativa, abbiamo partecipato alla edizione digitale di Archivissima, della Giornata Internazionale dei musei promossa da ICOM, di altre collaborazioni come quella con Artribune e di iniziative come la Settimana della Cultura di impresa di Museimpresa cui aderiamo. Insomma, non ci siamo mai fermati e continuiamo a proporre nuovi contenuti come attraverso il supporto e la partecipazione a MuseoCity 2021, con il tour virtuale sottotitolato in inglese e i contenuti davvero inediti dal nostro archivio e dalla nostra Library.


Le puntate de “un libro nel tempo del caffè” possono essere considerate come un esempio di comunicazione multidisciplinare, che può rientrare in un progetto innovativo, e che faccia da apripista per una nuova visione della comunicazione integrata?

MUMAC è da sempre attento alle nuove tipologie di esperienze e di comunicazione che possono presentarsi. La multimedialità fa parte del museo fin dalla sua nascita nel 2012, con un archivio multimediale fruibile nelle sale del museo, iniziative on line e coinvolgimento del pubblico. Oggi l’esperienza si fa necessariamente digital e domani quando finalmente tutti i musei potranno riaprire e accogliere nuovamente il proprio pubblico non si potrà comunque più prescindere da questa dimensione, rendendo “phygital” l’esperienza museale. Siamo pronti e non vediamo l’ora.


La necessità di reinventarsi in un ruolo come quello di Manager Museale alla luce della situazione Pandemica, le ha dato l’opportunità di scoprire nuovi strumenti e dunque allargare le sue competenze o in qualche modo il nuovo ruolo, seppur momentaneo, limita le sue potenzialità?

Non si tratta di reinventare il proprio ruolo, quanto piuttosto di agirlo sempre nel migliore dei modi possibili con gli strumenti a disposizione, creando contenuti, individuando le migliori modalità di diffusione e non dimenticandoci chi è il nostro pubblico. 

Credo che oggi più che mai occorra mettere in campo nel proprio ruolo quella necessaria dose di creatività – che non è fantasia-  per assemblare tutto ciò che abbiamo a disposizione (un grande patrimonio e strumenti sempre più agili e veloci!) in modo nuovo e coinvolgente con lo sguardo aperto al futuro.

MUMAC
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Credits 
Intervistatore: Andrea De Leo
LinkedIn: Andrea De Leo

Intervistato: Silvia Adler - Project Manager MuseoCity
Linkedin: Silvia Adler 

Intervistato: Barbara Foglia - Responsabile MUMAC presso Cimbali Group
LinkedIn: Barbara Foglia