Inside Production con Davide Carlucci – Hairstylist

“La continua crescita professionale, la voglia di essere un protagonista e non una semplice comparsa in un mondo super competitivo” è stata la motivazione che ha permesso a Davide di raggiungere sempre gli obiettivi prefissati.

Ci racconta quanto la sua professione sia una forma d’arte e di tecnica che richiede continui studi e aggiornamenti, con una cura al dettaglio che fa la differenza. Condividere le esperienze ed essere sempre pronto ad imparare è la strada che Davide ha sempre seguito per ottenere il successo e la soddisfazione di fare un lavoro che ama profondamente.

Incontriamo Davide per un aperitivo e per fare quattro chiacchiere.


Ciao Davide, ci siamo conosciuti nel backstage di una sfilata, il tuo mondo. Da quanto tempo lavori per i brand di moda?

Più della metà della mia vita l’ho trascorsa tra sfilate, shooting ed eventi.
Quando ho iniziato avevo 16 anni ed il mio sogno è sempre stato quello di fare il parrucchiere. Al punto che ho lasciato gli studi e per due anni mi sono formato all’Estero in scuole del settore e, rientrato in Italia, ho cominciato a lavorare in negozio e contemporaneamente studiavo da Junior Stylist per un’azienda del settore. Quando mi sono sentito pronto, ho deciso di cedere alle lusinghe del fantastico ma spietato mondo della moda.


Un mondo adrenalico, almeno visto da fuori. E’ davvero così o è parte del mito che viene percepito dall’esterno?

L’adrenalina è una componente fondamentale, come poi lo è in molti altri settori competitivi. Potrei dire che ci sono 3 fasi ben distinte: la pianificazione dell’evento, sia esso uno shooting o una sfilata, è la prima fase.

Poi arriva il momento che precede l’inizio, quando ti poni tante domande, ripercorri tutto quello che hai preparato e ti chiedi se potevi fare meglio o in maniera diversa. In fondo ci sono mille variabili che potrebbero impedire la riuscita, e anche se sei certo di aver fatto tutto il possibile, gli imprevisti non ponderati sono sempre nascosti dietro l’angolo. Infine, c’è il famoso “dopo”, quando in taxi, in treno o in aereo, scarichi la tensione e ripensi a quello che hai vissuto, come avresti potuto farlo meglio, o anche cosa hai migliorato e perché no, ridi dentro di te per i momenti divertenti e di gioia per il successo ottenuto. I “best moments” da raccontare.


La tua clientela sono Brand importanti o ti capita di lavorare anche con agenzie più piccole o magari dei privati?

Il mio lavoro mi permette di collaborare in maniera trasversale in tantissime situazioni, spesso collegate tra loro o addirittura toccare ambiti del tutto diversi. Sicuramente la parte più semplice è quando collabori con brand o agenzie che hanno il tuo stesso punto di vista (lavorativo e non) ti facilita il lavoro e lo sviluppo di idee e progetti. Quando si presentano collaborazioni “straordinarie” invece diventa tutto più difficile, ma pur sempre stimolante, perché ti interfacci in mondi nuovi ed è proprio uscire dalle proprie abitudini che magari aiutano i professionisti a porsi in maniera differente anche nelle situazioni quotidiane. 


Milano è la tua città professionale? 

Io vivo a Bologna e non la cambierei con nessun’altra città, perché da qui riesco ad essere praticamente ovunque nel raggio di un paio d’ore di aereo o treno! Fortunatamente il mio lavoro mi permette di viaggiare, basta avere in valigia un pettine, un paio di spazzole ed un phon, puoi andare ovunque e fare qualsiasi cosa, ovviamente portando una buona dose di spirito d’adattamento. 


Prima hai parlato di esperienze internazionali…

Fortunatamente, come ti dicevo, il mio lavoro mi porta ad essere sempre in movimento, in questo ultimo periodo con le varie restrizioni, abbiamo lavorato sempre in studio e gli eventi si sono svolti a porte chiuse, quindi gli spostamenti sono stati circoscritti, ora si è ripreso a viaggiare, gli shooting cambiano spesso location ed anche gli eventi riprendono il loro cammino. 

Il viaggio, inteso anche come apertura al nuovo, credo sia una parte fondamentale del mio lavoro, oltre a vedere e conoscere cose diverse, diventa parte integrante del progetto, riesci a comprendere il motivo per cui sei in un determinato posto, ci sono determinati outfit, c’e’ bisogno di fare un certo tipo di acconciatura e make up, e molti altri elementi, che magicamente si uniscono tra loro e formano una storia ben definita.

Detto ciò, ricordo con piacere dicembre 2019, dove in 20 giorni ho fatto Mialno- Taiwan-Amsterdam- Cape town! Tornato a casa ho trascorso 24 chiuso in casa con telefono e pc spento!


Oltre all’hairstyling di cosa ti occupi? 

Per rimanere in tema, in un primo periodo mi sono approcciato anche al make up, ma da subito ho compreso che se avessi voluto fare tutto, il posizionamento lavorativo non mi avrebbe permesso di sviluppare un lavoro di alta qualità, da qui la scelta di specializzarmi nel mondo “hairStyling”. 

Ti posso garantire che nonostante la mia decisione, non è un mondo ristretto, anzi!
Ad esempio, quando collaboro con aziende di tools elettrici (phon, pietre, ferri) si studiano i fenomeni termici sulla fibra capillare, quindi con un microscopio si guarda il capello come reagisce alle varie temperature, oppure in altre occasioni si studia la formulazione dei prodotti e si cercano le “ricette” giuste per i capelli, fino ad arrivare anche alla formazione di altri hairstylist e condividere le nuove tecniche ti taglio e colore, attraverso lo studio di grafici, geometrie e tipologie di capelli.

Queste sono solo alcune cose che ho imparato a fare nel corso del tempo e spero di poter ampliare ancor di più le mie esperienze, soprattutto quelle pratiche.


È complesso interpretare i desideri dei tuoi clienti?

In realtà, la difficoltà è direttamente proporzionale al desiderio, partendo dal punto che tutto ciò che si può pensare, si può anche fare… ci sono dei limiti tecnici da prendere in considerazione, quindi se ad esempio una persona con i capelli neri vuol diventare platino, è possibile farlo, con un progetto che richiede tempi e conoscenze tecniche particolari.

Ricordo che per un evento mi avevano chiesto di fare una “coda” di capelli lunga 1 metro…guarda sul mio profilo insta e vedi come ci sono riuscito 😉


Questa domanda è personale… cosa ami del tuo mestiere?

La domanda più semplice del mondo… Amo tutto ciò che mi regala!
Sono sempre a contatto con persone nuove ed ognuna di esse riesce in qualche modo a darti qualcosa, il mio lavoro mi ha insegnato anche il rispetto ed essere rispettato, non esistono mansioni di serie A e serie B, tutti abbiamo una personalità delle competenze che devono essere rispettate, grazie al lavoro ho visto posti fantastici, mangiato cose assurde, mi sono confrontato con culture diverse, ed ogni esperienza diventa una storia in più da raccontare, cosa potrei chiedere di più?


RIEPILOGO SERVIZI

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  • Brand consultant
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  • Early adopter

BASED: Bologna

Contatti
Mail: carluccidavide7@gmail.com
Web: www.davidecarlucci.com
Instagram: @davidehairsthetic