Il palco di Sanremo 2023. L’intervista agli scenografi Gaetano e Maria Chiara Castelli

Come da tradizione, pochi giorni prima del via, vengono divulgate le attesissime foto del palco del Festival di Sanremo e le novità progettuali. A poche ore dall’inizio, vi raccontiamo la scenografia che farà da cornice al grande evento della 73esima edizione e l’esperienza di Gaetano e Maria Chiara Castelli, padre e figlia scenografi che hanno firmato la progettazione del Festival della Canzone Italiana 2023.

Gaetano Castelli è uno dei più importanti scenografi al mondo ed è considerato uno tra i più importanti scenografi televisivi. Inizia la sua attività come scenografo nel 1964 quando, giovanissimo, entra in una RAI che esiste da meno di dieci anni e la sua carriera segna le scene (e la storia) della televisione italiana per più di cinquant’anni, firmando spettacoli che hanno fatto la storia della televisione. Oltre ad aver realizzato la scenografia per il primo Telegiornale a colori, ha continuato a realizzare le scene per grandi show televisivi, come Canzonissima, Studio 80, Palcoscenico, Al Paradise, numerose edizioni di Fantastico, moltissime edizioni del Festival di Sanremo (da lì il suo soprannome “l’uomo dei Festival”), e grandi show con Pavarotti, Benigni, Fiorello, Celentano, Bonolis, Morandi, Panariello.

Quello di quest’anno per Gaetano Castelli è il ventunesimo palco progettato per il Festival di Sanremo.

A lavorare insieme a Gaetano al palco di questo Sanremo 2023 c’è Maria Chiara Castelli, la figlia, diplomata in scenografia all’Accademia di Belle Arti di Roma. Inizia il suo percorso superando una selezione Rai per assistenti scenografi e dal 2010 lavora come scenografa con clienti come: Rai uno, Mediaset, Sky, Tv2000, Arcobaleno tre, Stand by me. 

Il palco di Sanremo 2023 è il nono firmato da Maria Chiara Castelli.

Abbiamo fatto una chiacchierata con entrambi per scoprire le emozioni che si celano dietro un palco importante come il Festival di Sanremo.


Quella di quest’anno per voi è la ventunesima e nona edizione come scenografi del palco di Sanremo. Gaetano, si ricorda la sua “prima volta”?

G: Diciamo che da sempre è stata una grande emozione e una grande sfida. Ho iniziato già negli anni 80 con i primi Sanremo ed è sempre un grande onore.

Ricordo che le prime edizioni del Festival non prevedevano sempre l’orchestra sul palco e spesso si cantava con la base. Sono grandi le differenze rispetto alle edizioni di adesso dove hai 60 orchestrali. Si lavorava in modo diverso e anche a livello tecnico lo spazio a disposizione era a volte più ristretto considerando appunto che non sempre era presente l’orchestra.

Le differenze derivano anche dalle esigenze dei direttori artistici, ad esempio Pippo Baudo ha sempre voluto l’orchestra alle spalle del cantante mentre, intorno al 2005, abbiamo spostato l’orchestra davanti e il primo a volere questa disposizione è stato Paolo Bonolis, così come Amadeus che la preferisce nella posizione attuale con gli orchestrali davanti.


A livello di strumenti quanto è cambiata la progettazione?

G – MC: A livello tecnico la scenografia è cambiata molto, oggi la tecnologia permette migliaia di effetti e giochi di luce. Abbiamo proiettori a testa mobile e led, prima non c’erano tutti questi schermi, pensa che quando ho iniziato io se volevi cambiare il colore della luce dovevi cambiare a mano le gelatine. 


Avete progettato anche il palco dello scorso anno. Cos’è cambiato? Quali sono le differenze con quello che vedremo live da domani sera?

G – MC: Da diversi anni lavoriamo alla progettazione insieme ad Amadeus, direttore artistico del festival delle ultime edizioni e per questo, nelle ultime scenografie ci sono dei punti differenti ma si notano diversi tratti comuni che ormai sono collaudati. Seguiamo sempre le sue indicazioni che interpretiamo poi a livello decorativo e scenografico. Per farti un esempio, dev’essere sempre presente la scala che lui vuole centrale, così come la posizione dell’orchestra che a sua volta si posiziona sotto un’ulteriore scala con un pianerottolo dove spesso si fermano gli artisti a cantare. Quest’anno, come l’ultima edizione, ci saranno degli elementi nella scena che si muoveranno insieme ad altri elementi sospesi sopra il cantante. 

L’altra novità è che abbiamo scelto di nascondere la tecnologia dietro a questa cupola, rendendo così tutti i led non a vista e nascosti dietro questa struttura che è semitrasparente e ci dà la possibilità di accendere lo schermo o in alternativa vedere la scenografia.


Da quanto state lavorando al progetto?

G – MC: Esattamente da marzo dello scorso anno, appena si è conclusa l’ultima edizione. Abbiamo lavorato a tutta la parte di progettazione insieme al regista e al direttore della fotografia per poi passare alla costruzione che è stata fatta a Roma. La scena poi è stata smontata e riportata a pezzi con dei camion qui a Sanremo dove è stata rimontata i primi di dicembre. 


Immagino non vedrete l’ora di vedere tutto live…

G – MC: Sì certo, non vediamo l’ora. Ora stiamo sistemando le ultime cose e i ritocchi finali, considerando le esigenze anche degli ospiti che saliranno sul palco.  


Ormai manca pochissimo. Maria Chiara per lei invece come è stata la prima volta?

MC: Sicuramente è molto emozionante. Io ho avuto la fortuna di vedere il lavoro di papà fin da bambina, vivendolo da spettatrice per poi sognare di essere qui e lavorarci. Oggi, anche per me è veramente un grande onore e mi fa anche molto piacere lavorare con mio padre.

Quella del Festival di Sanremo è una grande sfida considerando l’Ariston è un palco piccolo ma molto importante. Ti trovi di fronte a tante necessità pratiche in uno spazio ovviamente concepito per una serie di eventi teatrali e non televisivi. Per questo è una grande sfida e una bellissima opportunità per la quale cerchiamo di dare il massimo, noi scenografi e tutte le maestranze coinvolte.


Oltre al Festival di Sanremo, da marzo 2022 ad oggi avete lavorato ad altri progetti o solitamente vi concentrate solo sul Festival?

G – MC: No, cerchiamo sempre di diversificare. Abbiamo uno studio e insieme ai nostri collaboratori, lavoriamo anche ad altri programmi. Andando in ordine di tempo per esempio, abbiamo lavorato per la trasmissione di Benigni che andrà in onda su Paramount. Lavoriamo poi anche all’esterno, ad esempio in Albania da diversi anni progettiamo il palco del Festival della canzone che è uno show simile a Sanremo che si chiama Kenga Magjike, tradotto sarebbe “la canzone magica” che è andato in onda poco tempo fa. Abbiamo progettato lo studio di un programma di cucina che andrà in onda su Tv2000 a marzo ma che è stato già registrato a gennaio. In maniera continuativa lavoriamo poi con il Moulin Rouge di Parigi di cui Gaetano è direttore artistico.


Il vostro è un lavoro affascinante e impegnativo…

G – MC: Assolutamente sì, è un lavoro che richiede grande dedizione, tanto lavoro, responsabilità e passione. È un lavoro che ti fa rinunciare a tante cose e per questo richiede una tanta motivazione. È un lavoro che in ogni caso da molta soddisfazione.


Grazie mille a entrambi per esservi raccontati e in bocca al lupo!

G – MC: Crepi!!