“Icons of light” di Bill Viola è il titolo della prossima mostra di Palazzo Bonaparte che, a partire dal 5 marzo 2022, renderà omaggio al più grande artista della video-arte.
Le installazioni che i visitatori potranno visitare li renderanno ipnotizzati dalle immagini di capolavori quali Ascension (2000) e i celeberrimi Water Portraits (2015). Il progetto della Mostra prevede l’esposizione di 10 lavori di Bill Viola, che rappresentano un momento di riflessione sull’iperbole concettuale dell’artista statunitense che, da oltre 40 anni, realizza lavori che si rivolgono costantemente alla dicotomia vita/morte e legati indissolubilmente dai contrasti tra oriente e occidente.
Le installazioni rappresentano dunque una sintesi emblematica del lavoro di Viola, uno spazio temporale che ritrae quindi anche lo sviluppo storico della stessa video-arte: attraverso le più conosciute videoinstallazioni e videoproiezioni, la retrospettiva narra quelli che possono essere definiti i viaggi più intimi e spirituali dell’artista attraverso il mezzo elettronico. Una mostra concepita come un percorso emozionale nel quale il pubblico potrà accedere a spazi dall’atmosfera ovattata che ricordano luoghi di profonda intimità, quasi dei sacrari della propria memoria, un visionario spazio di culto dove il visitatore è invitato a stabilire una profonda connessione visiva e spirituale con l’opera d’arte.
La gente pensava che io fossi un idiota e che la video arte non sarebbe mai piaciuta.
Bill Viola
Bill Viola, nato nel 1951, è un pioniere nello sviluppo del video come mezzo principale di arte contemporanea. Da oltre 40 anni realizza lavori che si rivolgono costantemente alla vita, la morte e il viaggio intermedio. Nato a New York City, Viola si è laureato nel 1973 presso il College of Visual and Performing Arts della Syracuse University, dove ha studiato musica elettronica, performance art e film sperimentali e ha creato il suo primo video contemporaneamente all’invenzione della videocamera/registratore portatile.
“Essendo un nuovo pezzo di tecnologia era anche molto goffa e primitiva“. “Riprendeva in bianco e nero e c’era davvero poco più di un pulsante rosso che andava premuto per registrare. Ma quando poi l’ho premuto, e vidi questo bagliore blu sullo schermo prima che l’immagine ripresa fosse visibile, qualcosa nel mio cervello mi disse che avrei fatto questo per tutta la vita. Naturalmente, a quei tempi non era un’idea molto realistica o pratica. La video arte non poteva essere considerata una possibilità di carriera in quel momento. Non c’erano prospettive di lavoro nel far questo. Ma era incredibile porsi in prima linea in questa nuova cosa che non aveva regole e che includeva un progresso tecnologico che ancor oggi non si è fermato.”
Dopo la laurea, Viola ha trascorso 18 mesi a lavorare a Firenze, immerso nell’arte e architettura Rinascimentale. In seguito ha trascorso un periodo in Giappone dal 1980 al 1981, studiando la filosofia buddista Zen e sperimentando l’architettura, la calligrafia, il teatro Noh e molti altri aspetti della cultura giapponese che hanno influenzato il suo lavoro. Viola si trasferisce poi nel sud della California, alternando il soggiorno con lunghi viaggi nelle Isole Salomone nel Pacifico meridionale, i deserti della Tunisia, i monasteri buddisti tibetani, le cerimonie di camminata sul fuoco indù nelle Fiji e siti archeologici dei nativi americani nel sud-ovest degli Stati Uniti.
Ha rappresentato gli Stati Uniti nel 1995 alla Venezia Biennale, e due anni dopo, una sua importante rassegna ha viaggiato a livello internazionale, tra cui a LACMA.
Attualmente vive a Long Beach, California
Per l'acquisto dei biglietti e maggiori informazioni: www.mostrepalazzobonaparte.it/mostra-bill-viola