Opera popolare che compie 20 anni dal suo debutto in Italia. Marzo del 2002, quando debuttò in scena un’opera popolare destinata a fare la storia in Italia. Notre Dame de Paris, spettacolo musicale in due atti, scritto da Luc Plamondon e musicato da Riccardo Cocciante.
Tratto dall’omonimo romanzo di V. Hugo; narra la storia di Quasimodo, il campanaro della cattedrale di Notre Dame a Parigi, del suo amore impossibile per la zingara Esmeralda. Lo stesso amore che porterà alla morte…
Esmeralda è innamorata di Febo, capitano delle guardie del Re e fidanzato di Fiordaliso, giovane e ricca borghese. Frollo, arcidiacono della cattedrale, è segretamente attratto dalla gitana Esmeralda e spiando l’intimità dei due amanti, la gitana e il capitano, pugnalerà Febo alle spalle. La zingara viene arrestata con l’accusa di aver tentato di uccidere Febo mentre Frollo le offre la libertà in cambio del suo corpo, Esmeralda schifata rifiuta. Quasimodo libera la prigioniera e la nasconde nel suo campanile, Clopin, amico di Esmeralda, fraintende le intenzioni del Gobbo e attacca Notre Dame. Febo per quietare l’assalto alla cattedrale uccide Clopin. Frollo consegna la gitana a Febo che infine ordina la morte della zingara per impiccagione perché solo così potrà sposare Fiordaliso. Il campanaro, resosi conto del tradimento, getta Frollo dalla torre della cattedrale. Distrutto nel dolore, seppellisce l’amata zingara e si lascerà morire al suo fianco.
Ascoltando le parole del narratore, Gringoire, la cui interpretazione apre lo spettacolo con un inno “E questo è il tempo delle cattedrali” interpretato magistralmente da Matteo Setti, spiega come in 20 anni di attività musicale la sua voce sia tecnicamente migliorata nel tempo e di come il suo personaggio impone non solo al canto ma all’interpretazione mimica in scena che richiedono impegno e sforzo.
Questo spettacolo fa della musica veicolo semplice ed efficace che tocca dai temi più festosi e allegri alle melodie grottesche e cupe trasportando lo spettatore per oltre 2 ore di spettacolo tra amore, odio e ingiustizia. Vent’anni di storia non hanno invecchiato uno spettacolo dalle tematiche così tragicamente attuali, l’amore malato di gelosia che uccide, un popolo straniero che viene emarginato ed escluso…
Alla mia provocazione, chiedendo una definizione del nostro tempo paragonato a quello che canta nel tempo delle cattedrali, M. Setti risponde: “Il tempo dei Funamboli. Quale miglior periodo per sentirsi questo, acrobati equilibristi. Oggi stiamo passando un periodo storico difficilissimo per la gente, sarà sicuramente ricordato negli anni a venire”.
“Noi siamo gli stranieri, Noi siamo il formicaio/Che è sotto la città/Tu, uomo, dove sei?/Il mondo non è qua/Ma è qua che cambierà/E si mescolerà/E ricomincerà/Da qui”
Clopin
Potrete immergervi in questa opera popolare presso il Teatro degli Arcimboldi di Milano dal 14 al 25 settembre!! Consulta il sito www.vivoconcerti.com/artisti/Notre-Dame-de-Paris