Un caffè con… Paola Nannelli – Executive Director

Paola è da due anni Executive Director di Pulse Advertising, agenzia internazionale specializzata in Social Media e Influencer Marketing. Lavora nel mondo della comunicazione da 15 anni e segue l’evoluzione del social media e dell’influencer Marketing dal 2007. E’ orgogliosa di essere alla guida di Pulse Advertising Italia con un team composto all’85% da donne!

Buon caffè del martedì!


C’è un’enorme differenza tra “essere sui social” e “influenzare una community”. 
Presenza significa esserci.
L’influenza significa essere rilevanti e avere un impatto. Per essere presenti basta condividere qualche contenuto, essere influenti vuol dire coinvolgere la propria community e stimolare la conversazione.

Paola Nannelli

1 – Hai più di 15 anni di esperienza nel mondo della pubblicità e del marketing. Il tuo percorso lavorativo inizia a cavallo di uno dei periodi più importanti della storia dell’advertising, il momento in cui i social network stavano facendo il loro timido ingresso nelle nostre vite. Possiamo dire che hai vissuto l’intera evoluzione del digitale, dai primi siti web ad oggi, momento storico fondamentale per il settore online. Quanto è stato importante questo tipo di percorso e l’aver imparato le basi nella “vecchia scuola” per lavorare nel mondo digitale di oggi?

Sono e sarò sempre grata del mio percorso.
Ho iniziato professionalmente come account in un’agenzia pubblicitaria (J.W.T) lavorando a stretto contatto con professionisti di alto livello gestendo campagne Above e Below the line. L’assenza di tecnologia portatile dettava tempi più lunghi di analisi, strategia ed execution. L’avvento del digitale ha drasticamente accorciato questi tempi e il social ci ha imposto un approccio “qui e ora”. Chi come me ha vissuto il passaggio credo abbia preso consapevolezza che per far bene il proprio lavoro debba trovare un bilanciamento tra il primo e il dopo. Anche se il social è qui e ora, come professionisti abbiamo il dovere di dettare tempi progettuali e soprattutto di pianificare.


2 – Come è nato l’amore e la passione per il tuo lavoro? Cosa ti ha stregato fin dall’inizio? 

L’amore per la comunicazione è nato al terzo anno di Liceo.
Ho avuto la fortuna di avere una professoressa di italiano che mi ha fatto amare la letteratura contemporanea e mi ha spinta a sperimentare: da un semplice giornale scolastico “Spritz Letterario” – sono una veneziana trapiantata a Milano – è nato un filone di eventi (tra cui alcuni happening notturni) con Aldo Nove, Tiziano Scarpa e Raoul Montanari) e appuntamenti culturali. Dà lì ho iniziato ad amare la comunicazione in ogni sua forma e mi sono fatta le ossa con presentazioni, impaginati, realizzazione di video e organizzazione di eventi.

Da quel momento ho capito quale sarebbe stata la mia strada. 


3 – Sei una donna che ricopre un ruolo importante, sei Executive Director di PULSE Advertising Italia.
Quali sono le caratteristiche fondamentali che deve avere una donna che vuole fare carriera e arrivare al tuo livello?

Un professionista è tale a prescindere dal genere, potremmo utilizzare anche qui il termine genderless, contano le capacità. Non amo le etichette e i luoghi comuni. Quindi il mio consiglio per chiunque voglia intraprendere un percorso di crescita è quello di essere curiosi, coraggiosi e di sperimentare. Sicuramente ho fatto molti sacrifici e ne farò ancora, ma come dice Simon Sinek “Working hard for something we don’t care about is called stress: Working hard for something we love is called passion.” 

Amo il mio lavoro e cerco di trasmetterla sia al mio tema sia ai clienti.

Comprereste mai un progetto di comunicazione senza anima?
La passione spinge le persone oltre al classico “compitino” e li posiziona come veri professionisti. Per farlo bisogna mettersi spesso in discussione, leggere, studiare e soprattutto ascoltare molto. Torna anche qui la variabile “tempo”. Tutto questo ha bisogno di tempo. Tempo di riflessione, tempo di pensiero e tempo di studio. Andiamo “veloci”, ma abbiamo bisogno di momenti di quiete.”


4 – Quanto è importante per te la formazione delle giovani risorse e quali sono le qualità che cerchi in loro?

Per me la formazione è tutto.
Una risorsa che entra in stage per i primi 6 mesi è un investimento per un’azienda ed è nostro dovere formare le persone. Non dobbiamo mai dimenticarlo. Spesso si pensa che la formazione sia solo orientata alle hard skills, ma la vera sfida è quella sulle soft skills. Per formare le persone bisogna anche avvalersi di professionisti esterni, non si può di certo pensare di fare tutto “in casa”. La formazione avviene anche quando internamente le risorse collaborano e sono pronte a mettersi in gioco.

Ecco io cerco questo nelle persone: il desiderio di imparare e di continuare a migliorarsi. “La mente non è un vaso da riempire, ma un fuoco da accendere”, Plutarco.


5 – Se avessi un super potere, quale sarebbe e come lo utilizzeresti sul vostro lavoro?

Vorrei avere il dono della fortuna. Adesso vi racconto il perchè…
La cultura popolare sostiene fermamente che la fortuna aiuta gli audaci.
Il primo a usare questa affermazione è stato Virgilio nell’Eneide. Il verso in questione è incompiuto, ma il senso della frase è chiarissimo. Dopo il magistrale uso che ne fa il vate latino, il detto ha assunto una valenza molto profonda. Si utilizza nei momenti di difficoltà per infondere coraggio. Invita le persone a non cedere e a continuare nel loro cammino nonostante le avversità. È un vero e proprio inno alla resilienza. Se ci si rimbocca le maniche, il destino sarà dalla nostra parte.

Tale incoraggiamento è anche un invito a essere assertivi e a prenderci ciò che ci spetta. Senza prevaricare l’altro ma con responsabilità e risolutezza. 


Credits    
Intervistatore: Sara Fuoco    
Instagram: @sarafuoco    

Intervistato: Paola Nannelli
Instagram: pulse advertising 
LinkedIn: PULSE ADVERTISING
Sito: www.pulse-advertising.com
Youtube: Pulse

Illustrazione di: Carlotta Egidi   
Instagram: @carlottaegidi89