Imprenditore, formatore, consulente: Stefano da oltre vent’anni si occupa di cambiamento e di trasformazione digitale, con un focus su progetti innovativi di marketing e comunicazione.
CEO di Mashub srl, è protagonista nella diffusione della cultura digitale in Italia, a partire dall’ ideazione e organizzazione di eventi pionieristici in Italia come il Digital Festival, Rinascita Digitale progetto partecipativo attivo nella condivisione di competenze di business, marketing, trasformazione digitale e comunicazione. Speaker, moderatore e curatore scientifico di molteplici iniziative tra cui i Digital Innovation Day. Negli ultimi anni, ha esteso la sua ricerca anche sui temi dello sviluppo personale, professionale e della formazione permanente, fondando SkillDoers piattaforma di corsi e percorsi trasformativi di mindset, softskill e powerskill.
Ecco l’intervista a Stefano da leggere nel tempo di un caffè!
1 – Da più di 20 anni ti dedichi al marketing e all’innovazione, da sempre organizzi eventi e iniziative per diffondere la cultura digitale. Sei formatore e consulente, trovi format e metodi nuovi per aiutare le imprese ad innovarsi. Cosa ti appassiona del lavoro che fai e cosa ti ha spinto ad iniziare questa avventura?
A dire la verità ormai sono più di 30 anni che mi occupo di marketing e comunicazione e supporto strategicamente le imprese. Che cosa mi ha spinto a iniziare quest’avventura?
… Ti direi il caso, gli incontri serendipici e la fortuna, un mix di ingredienti che, insieme alla passione e alla conoscenza, mi hanno permesso di tracciare un solido percorso professionale. Gli eventi si inseriscono in questo quadro di attività, più nello specifico sono uno dei metodi che utilizzo per far comprendere all’impresa l’importanza del digitale e fornirle strumenti innovativi. In una visione più ampia poi, gli eventi sono il culmine visibile e fruibile di una progettualità editoriale che punta a racchiudere in un’unica occasione tutto il sapere su una tematica o un fenomeno, riassumendolo, semplificandolo ma al contempo andando a indagarlo in profondità.
In ogni evento, per me “Content is the king”: quello che deve assolutamente spiccare è il contenuto, perché è ciò che sopravvive nel tempo, anche quando i riflettori si spengono e il palco viene smontato. Il contenuto di valore, quello che fa la differenza nella vita delle persone, è davvero ciò che mi appassiona. Con questa visione, la spettacolarizzazione viene utilizzata in maniera funzionale, come parte integrante e a supporto del contenuto, non fine a sé stessa.
2 – Gli eventi che hai organizzato sono spesso contenutistici e meno spettacolari. Raccontaci l’iter e i vari step per l’organizzazione di un evento come il Digital Festival, da cosa si parte e come si sviluppa la produzione e la scelta dei contenuti di un evento simile?
Il Digital Festival che si è svolto tra il 2009 e il 2014, ha rappresentato un’occasione importante di creazione della competenza e della cultura attorno al content inserito nella dimensione del digitale. In questo caso, la complessità era parlare di una tematica ancora poco diffusa, in maniera semplice, coerente e divulgativa, per tutti i target di riferimento.
Potrebbe sembrare banale, ma nessun contenuto ha senso se prima non si individuano i target a cui l’evento è rivolto. Parlo volontariamente di target al plurale, perché per eventi di grande portata come il Digital Festival, ce ne sono più di uno.
Prima azione quindi è individuare i target e le loro caratteristiche; da queste, la seconda azione che ne deriva, è quella di ricercare le migliori metodologie di ingaggio e partecipazione attiva che sono tante quante i target di riferimento, visto che cambiano i bisogni e le visioni. Terza fase, progettazione editoriale, strutturazione del contenuto che deve essere di valore, nel senso di originale, innovativo e suggestivo a livello di rielaborazione della tematica e degli speaker che intervengono.
La sfida poi sta nel ritornare alla dimensione d’insieme, cioè quella di creare una cornice in grado di abbracciare tutti i target che per me rimane sempre e comunque la voglia di produrre un cambiamento, di spingere all’azione dopo la presa di consapevolezza attraverso il contenuto.
3 – Durante la pandemia hai dato vita al format Rinascita Digitale ®, piattaforma di formazione continua dove vengono coinvolti esperti e professionisti per affrontare molte tematiche legate all’evoluzione d’impresa, tra cui il marketing e la comunicazione digitale. Com’ è nata l’idea di questo progetto in un periodo particolare come quello della pandemia?
Rinascita Digitale® nasce agli inizi di marzo 2020 in pieno periodo pandemico da un’intuizione condivisa anche da mio figlio Michele: il mondo non sarebbe più stato lo stesso e i fenomeni di trasformazione in atto avrebbero subito un’accelerazione senza precedenti. Come soddisfare i bisogni delle persone e come dare un senso a un momento così difficile? La risposta ancora una volta è stata il contenuto, inteso come informazione e conoscenza.
Prima di raccontare come si è evoluta Rinascita Digitale® e cos’è oggi, voglio precisare una cosa per me molto importante: dagli eventi che ho organizzato a tutti i progetti che ho messo in piedi, fra cui appunto Rinascita Digitale®, ciò che ho sempre voluto fare è assumere il ruolo di coordinatore di contenuti. È vero, sono un divulgatore, un comunicatore che ama calcare il palcoscenico e intrattiene intere platee di persone. Ma prima di tutto sono un uomo di strategia: i contenuti che scelgo per i miei speech, o per le live hanno tutti un taglio editoriale da me deciso, sia che io intervenga in prima persona o ci siano altri speaker. La mia skill è la capacità di dare coerenza al contenuto per far fare allo spettatore un percorso che sia consistente e divertente allo stesso tempo.
È proprio su questo terreno che si innesta Rinascita Digitale®. All’inizio il progetto era semplicemente un hub di contenuti e persone. Abbiamo lasciato agire la rete, senza pensare a una vera curation editoriale. Prevaleva la varietà, perché marzo 2020 segnava l’epoca dell’apertura degli orizzonti su più aree. Il contenuto però è sempre stato comunque percepito come di grande qualità e questo ci ha permesso di evolverci, di ottenere trust e credibilità. Dopo un anno, abbiamo ripreso le redini del progetto, dandoci un altro obiettivo. Oggi Rinascita non è più un raccoglitore e distributore di singoli saperi, ma una piattaforma di informazione libera i cui contenuti seguono una precisa strategia editoriale attorno a 6 aree tematiche.
I progetti e le novità non finiscono qui. Da settembre 2021 abbiamo pensato, io e la mia squadra, di passare da percorsi informativi a percorsi formativi, in una particolare area, quella delle competenze trasversali. È così che nasce SkillDoers®, la piattaforma di percorsi di crescita personale e professionale, dedicata a mindset, softskill e powerskill.
Ma questa è un’altra storia ancora…
4 – Il mondo del lavoro nel nostro settore è cambiato molto da due anni a questa parte. Quali sono secondo te le caratteristiche fondamentali per intraprendere un percorso lavorativo oggi? Quali consigli daresti a un giovane alla prima esperienza?
Parto dal presupposto che la bacchetta magica non ce l’ha nessuno e anche dal fatto che per capire determinate cose serve farne esperienza diretta. Detto questo, oggi ci troviamo difronte a cambiamenti sociali e professionali repentini e profondi, in cui il digitale ha assunto un ruolo cardine. Le conoscenze digitali, in particolare nel mondo della comunicazione, sono diventate indispensabili, ma non sono tutto. È necessaria una sana contaminazione dei saperi, appassionarsi a qualcosa, essere aperti e curiosi, per portare il sapere acquisito in modo informale in terreni che invece sono più formali. Per questo a mio parere i giovani non possono più fermarsi a una formazione classica e istituzionale, ma devono assolutamente fare esperienze concrete e parallelamente continuare a formarsi, assumendo quindi il lifelong learning come filosofia di vita.
A piccole tappe, tutte concatenate, si costruisce un percorso professionale, lo si può rinnovare, trasformare. È come darsi sempre un’opportunità adattandola ai propri desideri e facendo un match efficace con la realtà che ci si trova di fronte.
5- Se avessi un super potere quale sarebbe e come lo utilizzeresti sul tuo lavoro?
Bellissima domanda questa.
Per superpotere intendo quell’abilità di rendere più naturale tutto ciò che faccio invece con sforzo, ovvero semplificare le cose (ahahahaha). La mia mente produce nuove idee a un ritmo incalzante, cosa che è una ricchezza, ma a volte anche un boomerang. Ecco vorrei vagliare le mie idee, scartarne una buona parte con maggiore serenità e portare a termine solo quelle che ben si amalgamano con la quotidianità produttiva di tutto il team.
Credits Intervistatore: Sara Fuoco Instagram: @sarafuoco Intervistato: Stefano Saladino Instagram: @saladino_stefano LinkedIn: Stefano Saladino Twitter: Saladino Stefano Website: Rinascita Digitale - SkillDoers Illustrazione di: Carlotta Egidi Instagram: @carlottaegidi89