Un caffè con… Manuela Ronchi – CEO Action Agency

Manuela Ronchi è un’esperta di marketing e comunicazione ed è CEO di Action Agency, agenzia specializzata nell’unconventional marketing e nella comunicazione strategica attiva ormai da ben 40 anni. Imprenditrice, scrittrice, manager dei più grandi personaggi dello spettacolo, dello sport e della cultura, Manuela ama precorrere sempre i tempi e sperimentare. È stata tra le pioniere nell’intercettare il potenziale del podcast già nel 2018, fondando così la prima Media Company sul digital audio, oggi diventata Dr Podcast. È Head of Communication and Special Project di Hyperloop Italia, la capsula iper veloce di Elon Musk.
Manuela Ronchi, grazie al suo intuito e spirito visionario, è sempre stata capace di anticipare le tendenze rendendo la sua azienda in grado di garantire sempre ai propri clienti innovazione e leadership sul mercato, seguendo sempre e comunque il dictat “content is the king”.

Preparate un buon caffè e buona lettura del martedì!


Se puoi sognarlo puoi farlo!

Walt Disney

1 – Come inizia la tua carriera nel mondo degli eventi?

La mia carriera nel mondo degli eventi è iniziata quando mi sono iscritta all’Università per studiare inglese, russo e francese. Mentre studiavo sono stata chiamata da un’agenzia di hostess, essendo una delle 5 che in quell’annata si erano messe a studiare russo, possiamo dire che avevo già l’elemento differenziante nel mio DNA. Sono andata a fare un viaggio in Russia e, dopo quello, ho continuato a viaggiare: viaggiando e facendo la hostess ho imparato a osservare i comportamenti delle persone, le dinamiche di logistica, quelle di comunicazione e mi sono messa dalla parte di chi ascolta fin da subito. Uno degli eventi per cui prima facevo l’interprete, e per cui poi sono diventata Direttore di produzione, perché l’agenzia aveva riconosciuto in me delle doti empatiche e mi ha chiesto di andare in agenzia a organizzarlo prima ancora di gestirlo onsite, era il “GALÀ DELLA PUBBLICITÀ”. Ai tempi si chiamava “Spotitalia” ed era condotto da Gerry Scotti; lì Gerry mi ha individuata e ha mandato il suo manager a chiamarmi, a chiedermi se potevo andare da lui ad avviare una nuova divisione dedicata agli eventi. Ho imparato a fare gli eventi con Gerry, ma ricordo Silvia Keserue che è stata la prima che mi ha dato la grande possibilità di andare a Boston e, da lì, girare il mondo. Gerry mi ha insegnato che gli eventi sono dei media veri e propri, che è fondamentale dare importanza prima al contenuto che alla forma. L’importante non è fare tutto bene ma farsi ascoltare.


2 – Quali sono le caratteristiche principali degli eventi che organizzi? Cos’è fondamentale più di tutto? 

Partendo da quello che ho detto prima, cioè che Gerry mi ha insegnato di pensare sempre di essere in prima serata su Canale 5 quando organizzo un evento, quando mi chiedono che differenze ci sono tra la mia società Action Agency e i nostri competitor… innanzitutto dico sempre che quando facciamo questo mestiere si dà abbastanza per scontato che siamo bravi a organizzare, se no è meglio che cambiamo mestiere, anche se poi bisogna sempre porre l’attenzione su tutto, perché è proprio sulle piccole cose che si scivola. L’elemento differenziante, caratterizzante della nostra factory è che a noi piace far star bene dal facchino all’amministratore delegato. Per noi elementi caratteristici di un evento sono proprio armonia e coerenza con il messaggio che deve essere comunicato: ogni evento di qualsiasi natura, per raggiungere l’obiettivo, deve rispondere perfettamente alla domanda “perché lo stiamo facendo?”. Dato che in qualsiasi tipo di evento, dallo stand in fiera alla convention, passando per un road show, una festa o una celebrazione, l’importante è farsi ascoltare, noi diamo massima attenzione a tutto ciò che è nel massimo rispetto di chi ascolta: i tempi, le modalità, le emozioni, il toccare la pancia prima della testa. E poi, ovviamente, il rispetto e la coerenza nelle scelte fatte per l’evento, affinché il messaggio comunicato raggiunga il suo effetto e possa diventare generativo.


3 – Durante la tua carriera hai coinvolto ed hai lavorato spesso con personaggi famosi e vip. Parliamo del prima e del dopo. Come è cambiato il concetto di notorietà oggi rispetto a qualche anno fa?

Quando io ho aperto l’agenzia più di 30 anni fa, venendo da Mediaset e avendo lavorato insieme a Gerry Scotti, avevo “accesso” ai personaggi. Ai tempi ricordo che chi voleva dei vip per gli eventi chiamava il 2514 che era il centralino di Cologno Monzese, si faceva passare le redazioni e cercava i personaggi. Io venendo da quel mondo, e avendo avuto la fortuna di conoscere praticamente tutti i personaggi, sono stata veramente una delle prime a introdurre nel mondo degli eventi la partecipazione dei vip: dai cantanti ai comici, dai conduttori al balletto, tutte le grandi professionalità del mondo della televisione le abbiamo portate all’interno del mondo degli eventi. Addirittura coreografi, scenografi, tecnici del suono e light designer che venivano dal mondo della tv, quindi con la capacità di rendere uno show appetibile e visibile in tv per portarlo nel mondo degli eventi.

Ai tempi c’era tanto, c’era una grande scuola, c’era l’imbarazzo della scelta nel scegliere tra comici, conduttori, artisti e cantanti: il concetto di notorietà era altisonante, c’erano poche emittenti tv, si guardavano Rai e Mediaset fondamentalmente e ce ne erano poche altre. Lì, ovviamente, il grande schermo, la tv generalista, generavano notorietà indiscussa a questi personaggi. Con l’avvento di Internet, e quindi l’accessibilità al mondo delle celebrities, tutti potevano digitare nome e cognome, trovare direttamente l’agente da chiamare e contattare direttamente i personaggi tramite chi li rappresenta; così è venuto un po’ meno il lavoro di esclusiva che avevamo noi agenzie, proprio perché l’accessibilità è diventata un po’ per tutti.

Il concetto di notorietà è cambiato con l’avvento del multi piattaforma, della tv digitale, dei social e del mondo degli influencer. Si è cioè diluito il concetto di notorietà: si è spacchettato e verticalizzato su settori iper-posizionati. Non esiste più il personaggio in assoluto famoso, c’è il personaggio famoso per quell’argomento, settore o attività. Abbiamo quindi meno personaggi famosi e noti per il grande pubblico, la notorietà più generalista, e ci sono invece personaggi come gli YouTuber, le nuove professionalità nate dal mondo digitale iper-specializzate per determinati argomenti, come i micro influencer. Il cambio di notorietà e dato appunto dalla multi polarità dei media che adesso abbiamo.


4 – Tanti ragazzi vogliono approcciare al settore degli eventi. Quali consigli ti senti di dare ai giovani che desiderano lavorare in questo mondo?

Io sono un’amante degli eventi, lo sono sempre stata, quindi dico sempre a tutti che è uno dei lavori più belli del mondo. Facciamo un lavoro meraviglioso che ci permette di stare in mezzo alle persone, in cui si attua la creatività, si vedono i risultati, si vedono i cambiamenti dei comportamenti delle persone quando gli eventi sono generativi. Quello che consiglio ai ragazzi di fare è studiare e parallelamente fare esperienza. Ma anche ascoltare, avere la sensibilità di fare esperienze diversificate nel settore degli eventi, andare a lavorare o fare stage lato agenzia e possibilmente anche lato azienda, per vedere così i due punti di vista rispetto allo stesso obiettivo. Scrivete alle agenzie ragazzi, fatevi ascoltare anche attraverso i vostri curricula, dove non è importante fare l’elenco della spesa di tutte le esperienze o non esperienze fatte, ma è fondamentale spiegare il perché lo volete fare. Io credo che la passione, l’occhio che brilla e la voglia di sperimentare siano alla base di un curriculum che può essere immediatamente preso in considerazione da chi fa selezione del personale, perché quando si sta studiando non è detto che si abbiano tante esperienze da scrivere, quindi esprimete veramente la motivazione per cui volete fare questo mestiere straordinario.


5 – Se avessi un super potere quale sarebbe e come lo utilizzeresti nel tuo lavoro?

Se avessi un super potere, il mio sogno sarebbe arrivare a tutti coloro che non mi conoscono e non conoscono la mia società. Abbiamo tanto da dare e oggi è faticosissimo fare new business, approcciare le aziende, ci sono delle meccaniche davvero complicate. Per cui, se avessi i super poteri, vorrei poter creare un evento con tutti i clienti a cui vorrei ambire e fargli vivere cos’è per me e per la mia società fare un evento. Perché sono convinta che li stupiremmo tutti!


Credits 
Intervistatore: Sara Fuoco 
Instagram: @sarafuoco 
Linkedin: Sara Fuoco

Intervistato: Manuela Ronchi
Linkedin: Manuela Ronchi 

Illustrazione di: Carlotta Egidi 
Instagram: @carlottaegidi89