Laura è oggi la responsabile degli eventi e dei progetti speciali di DUDE, una delle agenzie creative indipendenti più creative e più indipendenti italiane. Per dare spazio alla sua indole generosa, dedica una buona parte delle sue energie alla neonata Fondazione Dude, di cui è vice-presidente.
Buona lettura del martedì e buon caffè!
1 – Raccontaci il tuo percorso professionale. Quali sono stati i momenti chiave, dal tuo inizio fino alla tua attuale posizione come Head Of Events and Special Projects in DUDE? Quali sfide e opportunità hai incontrato lungo il cammino?
Dopo varie esperienze post universitarie di stage in piccole agenzie, avevo chiaro l’obiettivo di lavorare in comunicazione, ma sicuramente mai avrei immaginato che sarebbe iniziato da una festa. Sembra l’inizio di una barzelletta: c’erano un francese ed un guatemalteco, tanti giovani creativi italiani e la musica. Tutti lavoravano in un’agenzia e io neanche il tempo di andare a dormire quella notte avevo già mandato il mio curriculum.
Musica ed eventi hanno accompagnato l’esordio della mia carriera: gestivo in agenzia Nokia Trends Lab, l’impegno di Nokia nei confronti della musica, un progetto con budget e ambizione d’altri tempi, per fare dei numeri gestivamo 180 eventi l’anno su tutto il territorio nazionale e poi seguivamo alcuni big in tour, considerando che avevo poco più di vent’anni trovarmi in camerino con Fabri Fibra era per me già un buon successo professionale.
Quando ho deciso di dedicare tutte le mie energie a ciò che amavo di più ho lasciato l’agenzia con un buono stipendio ed un posto sicuro per diventare freelance. Non è stata una scelta a cuor leggero ma in realtà di lì a poco mi sono trovata nell’organizzazione di Elita Festival, il festival musicale di avanguardia a Milano, la colonna sonora della Design Week. Da freelance ho collaborato anche con moltissime realtà commerciali e culturali sviluppando e integrando competenze diverse. Organizzavo e seguivo tour, lanci di prodotto, activation sul territorio e curavo le partnership e sponsorizzazioni dei clienti nel festival o eventi.
A farmi tornare nel mondo delle agenzie è stato quando mi sono trovata quasi per caso nell’organizzazione della prima edizione di IF!. Il resto arriva al presente, mi sono lasciata sedurre da un’agenzia che come me credeva nel valore della creatività nel mondo degli eventi e lì mi sono trovata alla guida di un progetto nuovo, per questo Dude è stata l’evoluzione naturale del mio percorso.
2 – Nel corso della tua carriera hai sperimentato diversi ruoli all’interno del settore, dallo sviluppo di format, alla gestione di eventi interni, passando alla produzione pura come professionista freelance. Quali competenze chiave hai acquisito in queste diverse fasi del tuo percorso e come hanno contribuito alla tua crescita professionale?
Il mondo degli eventi è davvero sfaccettato per questo per gestire ruoli manageriali è importante avere un bagaglio di esperienze diverse ed essersi sporcati le mani anche nei ruoli più operativi.
È fondamentale conoscere le logiche della produzione, conoscere le esigenze e le aspettative dei brand, sapersi confrontare con la creatività ma anche con i budget. Oltre alle competenze più tecniche l’esperienza mi ha portato a sviluppare molto le capacità di ascolto e di dialogo che nel nostro mestiere sono davvero importanti.
3 – Raccontaci un evento o un progetto che hai particolarmente a cuore e che ti ha dato una grande soddisfazione organizzare.
Il bello degli eventi è che ogni progetto parte da una sfida che ti riempie di adrenalina e lo rende unico.
Ogni evento ben riuscito è frutto di un team affiatato che collabora e che diventa una vera squadra. Ho avuto la fortuna di organizzare in prima persona grandi eventi, in ognuno ho lasciato un po’ di me.
Il primo RedBull Culture Clash a Milano rappresenta per me un esempio ben riuscito di brand che riempie una dance hall con un evento a pagamento per i partecipanti; un modello che funziona nel mondo ma è stato il primo in Italia.
Il primo evento che ho organizzato appena arrivata in Dude, agenzia creativa che non aveva un consolidato in eventi è stato il lancio della seconda stagione di Black Mirror. Un evento che ha vinto ben due leoni a Cannes con alla base un’idea creativa unica e che da produrre è stata davvero frutto di un’integrazione minuziosa tra team e fornitori iper verticali che ha portato a risultati incredibili. Nel mio cuore c’è anche il lancio dell’ultima stagione di Stranger Things, un take over di piazza Duomo, un approccio unico al lavoro, spinti oltre i limiti da un cliente lungimirante abbiamo passato mesi a lavorare tra tavoli istituzionali (funzionare tecnici e politici del comune) e contemporaneamente tavoli molto specifici (le assemblee di condominio per la proiezione sul Palazzo Carminati) il tutto che si intersecava costantemente con gli eventi imprevedibili della città (quell’anno Inter o Milan avrebbero matematicamente vinto lo scudetto e migliaia di tifosi si sarebbero riversati in piazza durante il nostro allestimento).
Le soddisfazioni nel mio mestiere vanno a braccetto con la capacità di trovare costantemente soluzioni inedite a problemi imprevedibili o comunque inaspettati. La nostra benzina è l’adrenalina.
4 – La passione per il tuo lavoro ti ha portata anche ad insegnare nei master dedicati a questo settore. Quanto è importante la formazione per i giovani che vogliono approcciarsi al mondo degli eventi e quanto è importante per te insegnare il tuo mestiere?
La cosa che mi piace di più dell’insegnamento è trasmettere il senso di questo mestiere e la passione che serve per farlo. Le basi teoriche sono importantissime ma il passaggio sul campo è indispensabile per imparare davvero. Io stessa imparo qualcosa di nuovo ogni giorno in ogni progetto.
5 – Se avessi un super potere, quale sarebbe e come lo utilizzeresti sul tuo lavoro?
L’ubiquità, che forse è lo stesso superpotere che vorrebbero tutte le persone entusiaste, che vorrebbero essere in tutti i posti senza perdersi nessuna occasione.
Credits Intervistatore: Sara Fuoco Instagram: @sarafuoco Linkedin: Sara Fuoco Intervistato: Laura Boy LinkedIn: Laura Boy Illustrazione di: Carlotta Egidi Instagram: @carlottaegidi89