Jimmy ha origini americane ed è proprietario e CEO di 9PM.
Produttore, regista e coordinatore, ha realizzato con successo migliaia di eventi dal 1976. Italia, Asia, America, Australia… sono tanti i continenti e i paesi in cui ha lavorato, realizzando eventi di vario tipo: dalle convention ai tour musicali, meeting, product launch ed eventi istituzionali…
Sono molti anche i premi vinti nella vita, uno tra gli ultimi lo ha vinto al BEA 2020: il premio alla carriera.
Un caffè particolare quello di oggi con Jimmy, una persone che ha fatto la storia degli eventi!
1 – La tua carriera inizia nel 1976 e lavori nella produzione di eventi da più di 40 anni. In molti ti chiedono di raccontare l’ultimo evento che hai organizzato o gli ultimi premi che hai vinto. Noi invece vogliamo sapere come tutto è iniziato. Quando e come hai scoperto che era la tua strada?
Il momento in cui ho capito che il mondo dello spettacolo poteva essere la mia strada è quando ad una fiera orafa a 13 anni, allestì una vetrina e l’orefice vinse un premio grazie al mio allestimento.
Da lì iniziai a lavorare nel mondo fiere per qualche anno, ti parlo del 1978/1980. Dopo questo periodo studiai Scenografia all’Accademia di Brera preparando per due anni una tesi sull’evoluzione dello spazio teatrale concepito per la musica moderna. Mi resi conto che ero diventato utile per il mercato e a vent’anni ho iniziato il mio percorso… divertendomi!
Poi ho fatto tante cose… ho aperto la prima azienda, un catering per concerti che si chiamava “I Cannibali Italiani”. Eravamo molto amati perchè avevamo tutte le cucine elettriche, ai tempi arrivavano gli inglesi che avevano le cucine a gas che non potevano essere usate e quindi noi eravamo sempre i privilegiati. Da lì in poi abbiamo aperto diverse società tra facchinaggio, service e televisione. Abbiamo portato le prime feste dance nei palasport, avevamo l’industria in mano…
Poi ho iniziato a fare convention per gli stranieri e ho iniziato a lavorare all’estero. Tra America, Australia, Cina, Giappone… ho organizzato 76 convention alle Hawaii, Bora Bora.. negli Emirati Arabi sono stato la prima volta nel 1980. Ho fatto il direttore di produzione per Vasco Rossi, Fabrizio De Andrè, Eros Ramazzotti, Luciano Ligabue, e molti altri…
Insomma ho fatto tante tante cose!
2 – Hai lavorato con artisti internazionali, su palchi importanti gestendo budget enormi. Qual’è il segreto per tener testa a tutto e a tutti?
Determinazione e la preparazione maniacale… o meglio, qualsiasi cosa non preparata bene, sul campo costa una fucilata, o l’hai preparata bene o paghi pegno. I dettagli fanno tanto, non si può sbagliare, è importante che le cose vengano fatte bene.
Poi ti direi il coraggio… dote che cerco di tenere allenata ogni giorno. I muscoli che vanno allenati e disciplinati. Fare eventi è davvero un privilegio e farlo bene significa non guardare l’ora, il giorno della settimana, le feste comandate… L’unico modo per farlo come si deve è farlo con il sorriso di chi sta facendo il lavoro più bello del mondo.
Non voglio insegnare queste cose, solo tramandarle. Dal creativo a chi lavora in produzione, le impara e poi le mette in pratica e le tramanda per sognare in modo disciplinato.
3 – Come dicevamo sono tanti gli anni che hai di esperienza nell’intrattenimento. Come hai vissuto i cambiamenti, la tecnologia e i social network che hanno stravolto ed evoluto nel tempo il settore?
Sono dell’idea che ogni progresso è un’opportunità.
La verità è che sei bravo quanto sono bravi i tuoi tecnici… puoi inventare quello che vuoi ma alla fine se hai la tecnologia più bella del mondo ma non hai chi la sa usare il risultato non è un granchè.
La squadra è fondamentale.
Mi piace usare sempre la case history del Cala di Volpe.
È una perfetta scenografia che costa una cifra al giorno… prima c’erano delle rocce poi è arrivata una persona che lo ha ridisegnato ed è diventato uno degli alberghi più belli del mondo, eppure è la cosa più finta del mondo… l’ha trasformata e oggi sebbene sia surreale, e la location più reale del mondo.
Questo succede quando hai gente che è in grado di sognare e fare cose belle…
4 – Il tuo assistente perfetto o il tuo braccio destro, che caratteristiche deve avere per lavorare insieme a te?
Deve avere una sua testa.
Ho sempre chiesto ai miei di sapere tutto di tutti, che se ci pensi è pericoloso perché quando insegni tutto a tutti loro crescono e possono diventare più bravi di te… ma questo deve essere un’opportunità che permette anche a te di crescere ancora di più.
La parte più importante del nostro lavoro dove non ci si deve risparmiare è la parte burocratica ed amministrativa: è la parte dove sogni di meno ma se si sbaglia paghi pegno.
Il mio grande alleato oggi è chi mi gestisce dal punto di vista amministrativo, prima tra tutti Samantha, ed in ufficio siamo comunque seguiti sapientemente da 5 consulenti amministrativi. Poi ci sono le persone che collaborano con me da più di 30 anni e ognuno ha maestranze, discipline e bravure diverse. La fortuna di poter costruire una squadra è la cos più bella che c’è.
Ci sono davvero tante persone a cui voglio molto bene.
5 – Se avessi un super potere, quale sarebbe e come lo utilizzeresti sul tuo lavoro?
Io ne ho molti di super poteri!
Mi chiamano Duracel perché non stacco mai… la mia amica Lisa diceva sempre: “a te se ti lasciano su un’isola deserta una settimana, torni che hai costruito tutto preciso e perfetto.”
Detto questo… Il super potere è poter lavorare in squadra… quando ottieni un unico risultato per tutti è pazzesco e lo fai divertendoti.
Credits Intervistatore: Sara Fuoco Instagram: @sarafuoco Intervistato: Jimmy Pallas Instagram: @pallasjimmy LinkedIn: Jimmy Pallas Sito: jimmypallas.events Illustrazione di: Carlotta Egidi Instagram: @carlottaegidi89