Un caffè con… Francesco Acciari – Project Manager e Producer

Francesco è project manager e producer in occasione di grandi eventi e tour musicali. Nella sua carriera colleziona esperienze nazionali ed internazionali lavorando per brand come Google, Ferrari, Gucci e nei backstage dei tour di grandi artisti come gli U2, Oasis, Luciano Ligabue, Laura Pausini, Bruce Springsteen, Jovanotti, Renato Zero e molti altri…

Ci siamo incuriositi e ci siamo fatti raccontare da Francesco qualche curiosità sul suo percorso lavorativo. Preparate un buon caffè e buona lettura del martedì!


Non salviamo né corpi né anime, ma facciamo divertire entrambi

cit. FC ( e chi deve sapere, sa!!! )

1 – Vent’anni nel settore degli eventi e più di 350 show. Oggi sei project manager e vivi la tua vita tra un palco e l’altro. Come ti sei avvicinato al settore musicale e cosa ti ha fatto appassionare del tuo lavoro?

L’avvicinamento al lavoro nel mondo della musica, in realtà, è stato molto casuale. Nell’estate del 2002 per una tappa del tour estivo di Ligabue a Perugia mi sono ritrovato a propormi come operatore locale. Durante il turno di smontaggio c’è stato un ammutinamento generale e, senza esitare, ho deciso di rimanere e coprire anche il turno successivo. Ed è in quel momento che ho conosciuto parte delle persone con cui, 20 anni dopo, lavoro tutt’ora. 

È stato un amore graduale quello per questo lavoro, sono sempre stato appassionato di buona musica, ma non avrei mai immaginato, all’epoca, che ne avrei fatto un mestiere. Sono partito per il primo tour un po’ inconsapevole di quello che mi avrebbe atteso e adesso, dopo tutti questi anni, posso dire che la mia passione per questo lavoro, nonostante le grandi rinunce, è cresciuta, maturata ed è legata alle grandi soddisfazioni che ho avuto, alla possibilità di viaggiare e conoscere, lavorare con realtà sempre diverse.                        


2 – Quando si accendono le luci sul palco, lo spettacolo inizia. Ma, per chi non ha mai lavorato nel backstage di un live musicale, quando inizia il tuo lavoro e quando si conclude? Raccontaci le varie fasi del tuo ruolo.

Il mio lavoro inizia quando l’evento è in fase di gestazione, cercando di far sposare la parte creativa con quella produttiva/tecnica. Una volta sul campo mi occupo di coordinare tutte le aziende interessate, i professionisti e le realtà locali dove ci inseriamo, sempre tenendo sotto la lente d’ingrandimento l’investimento economico.

La conclusione avviene quando, finita la parte produttiva, si tirano le somme e si chiudono le commesse che hanno contribuito alla riuscita dell’evento stesso.


3 – Nell’iter della produzione di un tour o anche solo di un concerto si vivono diverse emozioni e sensazioni. Personalmente, quale momento ti emoziona di più e perchè?

L’emozione più grande, nonostante tutto, rimane sempre il momento in cui le luci si spengono. È un momento magico, c’è sempre una frazione di secondo in cui cala un silenzio surreale, si trattiene il respiro, l’aria vibra. È l’attesa che precede la prima nota e proprio in quell’istante l’essenza dello spettacolo si accende insieme alle emozioni del pubblico. 


4 – Il mondo degli eventi e la musica hanno subito un brutto colpo con l’arrivo del Covid che per due anni ha messo in pausa tutta la filiera e tutti i professionisti che ne facevano parte. Come hai vissuto il periodo pandemia e oggi, dopo ormai ben tre anni, cosa è cambiato rispetto all’era pre-covid?

Inizialmente lo shock è stato tale da non riuscire bene a focalizzare cosa sarebbe successo. Nessuno di noi era preparato ad un evento del genere, poi la durata prolungata del periodo lockdown e il successivo con effetto fisarmonica del periodo seguente, ha contribuito ad avere una visione dell’imminente futuro buia e persistente. 

Per me, il vero successo è stato rimanere lucidi e dispiegare tutte le risorse a mia disposizione, tra cui una buona dose di pazienza, per restare nel settore e non virare su altre attività, come ahimè è successo a molti colleghi che sono stati costretti a riciclarsi in altri ambiti. Si parla circa di 1/3 delle maestranze, se non della metà… e questo ad oggi mette ancora in difficoltà il nostro settore, specialmente per la grande richiesta di personale specializzato. Inoltre, la situazione è stata aggravata dal caos che si è creato post pandemia dovendo far fronte al recupero di tutti gli eventi sospesi nei due anni precedenti e alla crescente voglia di normalità e aggregazione che si è manifestata post pandemia.

Oggi siamo ancora in difficoltà nel gestire accavallamenti di eventi cancellati nell’era covid e riprogrammati successivamente, alla carenza di personale e del materiale che devono far fronte alla grande e costante richiesta estiva. 


5 – Se avessi un super potere quale sarebbe e come lo utilizzeresti nel tuo lavoro?

Il vero super potere, viste le poche ore di sonno che mi fanno spesso compagnia, sarebbe quello di fare un “Command M” per il montaggio/allestimento e un “Command S” per la fase di smontaggio.


Credits
Intervistatore: Sara Fuoco
Instagram: @sarafuoco
Linkedin: Sara Fuoco

Intervistato: Francesco Acciari
Instagram: @fraacc
Linkedin: Francesco Acciari

Illustrazione di: Carlotta Egidi
Instagram: @carlottaegidi89