Mondiali Cortina 2021: il successo di un evento in tempo di covid raccontato da Valerio Giacobbi, Maria Criscuolo e Marco Boarino.

In una Cortina d’Ampezzo meravigliosa, dopo due settimane di gare, si sono conclusi ieri i tanto attesi Campionati del Mondo di sci alpino giunti alla 46a edizione.

Tutto il mondo degli eventi (e non solo) aspettava una manifestazione come questa per capire, ma soprattutto, per far capire come sia possibile svolgere grandi eventi in un periodo come quello che stiamo vivendo ormai da un anno a questa parte.

Per raccontarvelo, abbiamo intervistato tre dei protagonisti che hanno contribuito al successo della manifestazione: Valerio Giacobbi, Amministratore delegato di Fondazione Cortina 2021, Maria Criscuolo, Chairwoman di Triumph Group International, l’agenzia che ha organizzato le due Cerimonie di apertura e chiusura e Marco Boarino regista e direttore creativo della Cerimonia di chiusura.


Valerio Giacobbi, Amministratore delegato di Fondazione Cortina 2021

Rispetto ad un momento di “normalità”, l’esperienza che solitamente vivono i fan e il pubblico dal vivo, ma anche gli sponsor, è stata totalmente diversa con una pandemia in corso. Come siete riusciti a coinvolgere ugualmente tutti?

Quando abbiamo capito che l’evento sarebbe stato senza pubblico abbiamo rinforzato e spinto soprattuto su tutti gli aspetti della comunicazione tradizionale ma anche digitale. Abbiamo avuto il supporto sia di Infront che di Rai per sviluppare un volume di materiale non tipico per questo tipo di eventi.

Sono stati prodotti due spot che hanno girato sui canali Rai, abbiamo realizzato un video emozionale, un documentario e abbiamo messo in piedi un sistema per la comunicazione digitale importante, sia da un punto di vista della comunicazione che della distribuzione dei contenuti ai media e ai fotografi.

Abbiamo previsto un virtual media center con 1.500 iscritti, aperto solo a professionisti, quindi giornalisti e fotografi comprese tutte quelle persone che non sono potute esserci per via delle limitazioni dei loro paesi.

In questo modo tutti avevano a disposizione questo luogo virtuale dove raccogliere storie, contenuti, dietro le quinte e quindi avere modo di vivere, non soltanto l’evento sportivo, ma il parteciparvi nel suo complesso.
Abbiamo lavorato con Infront per avere i diritti di materiali che solitamente non andavano in onda ma che normalmente sono della società che gestisce gli eventi. Abbiamo avuto modo di dare accesso a materiali su Cortina, sull’ospitalità, sugli alberghi, sui ristorati e sulle tradizioni, un unico posto devo poter raccogliere tutte le informazioni.

Abbiamo anche sviluppato un’app per l’engagement dei fan e degli appassionati, utile per la condivisione di notizie. Attraverso questa app è stato anche possibile fare delle domande nel corso delle conferenze stampa agli atleti.

Purtroppo senza pubblico è sempre un pò riduttivo ed è stato un peccato per il Paese poiché alberghi e ospitalità in generale hanno perso un’occasione. Ma nonostante questo, direi che abbiamo cercato di ricreare l’atmosfera del mondiale il meglio possibile, abbiamo previsto installazioni in paese e utilizzato il video mapping per fare grandi installazioni in modo che potessero essere fruite senza assembramenti e senza difficoltà da tutti.

Abbiamo cercato di ricreare tutti quegli elementi dell’esperienza per poi trasmetterla in un modo o nell’altro utilizzando soprattuto gli strumenti che si stanno utilizzando in questo periodo come il digitale e lo streaming.

Per quanto riguarda invece lo staff e gli atleti, come siete riusciti a gestire tutto e tutti in totale sicurezza?

Anche qui è stato un lavoro che è partito parecchi mesi prima studiando i protocolli sia con FIS che con CTS, abbiamo proposto una serie di procedure che poi sono state approvate e ci hanno permesso di fare l’evento.

In estrema sintesi, il controllo attraverso tamponi di tutte le persone che arrivavano a Cortina: abbiamo previsto 3 tamponi per arrivare a Cortina ed essere accreditati dopodiché abbiamo fatto tamponi a tutti ogni 3 giorni tenendo le persone separate; atleti tra atleti, media coi media e i sistemi di logistica, di ristorazione e trasporto tutto separato.

Siamo stati soddisfatti del risultato che abbiamo ottenuto, abbiamo fatto oltre 20.000 test e pochissimi casi. Abbiamo dimostrato che con un protocollo rigido, studiato e cucito sulle esigenze, si possono fare degli eventi.

Questo è una dimostrazione importante anche per gli eventi e le manifestazioni che verranno organizzate in futuro.


Maria Criscuolo, Chairwoman di Triumph Group International, agenzia che ha organizzato la Cerimonia di apertura dei mondiali il 7 febbraio e la Cerimonia di chiusura svoltasi il 21 febbraio.

Cosa si prova e come ci si sente ad essere sotto i riflettori e i primi ad aver organizzato due show internazionali, tra i pochissimi eventi che si sono svolti da qualche mese a questa parte?

A dir la verità è stato guardato con molta attenzione da tutti, sia dal comparto dell’industria creativa ma anche da quelli che sono i nostri clienti.

Credo che l’evento abbia avuto nella sua complessità, partendo dall’evento guidato da Valerio Giacobbi e nello specifico nei due show di apertura e di chiusura, non solo un valore intrinseco ma anche un valore simbolico in un momento nel quale, molto spesso, i nostri clienti stanno cercando di capire se realmente sarà possibile organizzare qualcosa e in quale modo.

Soprattuto la cerimonia di apertura è stata particolarmente complessa anche per via del tempo avverso. Entrambe le cerimonie hanno dato a tutto il comparto grande attenzione per vedere che realmente, un evento in grande sicurezza e con grandi protocolli estremamente difficili, si può fare.

Con Triumph Group avete curato la Cerimonia di apertura e chiusura del mondiale. A livello di organizzazione della logistica, gestione dello staff, degli artisti e di tutta la produzione degli show, quali sono state le difficoltà (se ce ne sono state) dovute a tutte le limitazione imposte da questo periodo?

Nella Cerimonia di apertura sono salite sul palco oltre 300 persone, quindi diciamo che di difficoltà anche al netto appunto del tempo, ne abbiamo avute diverse.

Bisogna dire però che, insieme al direttore artistico, abbiamo avuto una grande determinazione nel volerla portare avanti. Non abbiamo arretrato di un centimetro anche sotto un diluvio universale che forse neanche Cortina ricorda il 7 di febbraio seguito poi da una nevicata infinita.

Le difficoltà in generale sono state tante e sarebbero state tante comunque poiché sotto Covid sono previste parecchie procedure e protocolli. Per esempio la movimentazione delle persone è stata particolarmente complessa, prendiamo come esempio la parte del Carnevale, molto ingombrante anche solo banalmente in metri quadri di vestiti.

Però devo dire la verità… tutti, sia nella cerimonia di apertura che di chiusura si sono allineati alle necessità e ai protocolli e sono stati tutti estremamente collaborativi, compresi i diversi artisti, alcuni anche abituati a palcoscenici importanti.

Sono stati tutti estremamente collaborativi, tutte le procedure sono state stringenti ma hanno portato ottimi risultati.


Marco Boarino regista e direttore creativo della Cerimonia di chiusura del mondiale.

Eri a capo della direzione creativa della cerimonia di chiusura che si è svolta ieri nel pomeriggio, lato tuo a livello creativo invece, quali sono state le difficoltà e i limiti rispetto a uno show organizzato in un periodo “normale”, quindi senza la pandemia?

Da un punto di vista strettamente operativo della creatività non c’è stata una grossissima differenza considerando che siamo in questa condizione da ormai un anno.

Lavorando con un’agenzia come Triumph che dall’altra parte aveva appena fatto la cerimonia di apertura, mi ha permesso di escludere una serie di “idee matte” che ovviamente chi fa il mio lavoro è giusto che abbia e quindi di poter arrivare ad una proposta creativa che non ne facesse sentire la mancanza.

Quello che sicuramente nel mio caso è la più grande difficoltà è il fatto di non avere il pubblico.
Tutte le cerimonie di chiusura hanno in parte la malinconia e l’emozione che tutto sia finito ma anche una gran voglia di far festa. Noi abbiamo cercato di trasformare queste emozioni in un augurio di rinascita e di speranza con un messaggio colorato e allegro. Per questo motivo abbiamo deciso appunto di chiamarlo “From Ski to Sky”. Le bandiere portate dalle varie rappresentanze, coloro che hanno contribuito a render così unico questo mondiale, sono scese dal cielo e hanno toccato la neve.

Abbiamo voluto raccontare la discesa di Armin Senoner ma soprattuto di Giorgio Rocca con questa esplosione di colore come richiamo del nostro Paese e la Francia, la prossima nazione ad ospitare il mondiale.

Una grande Cerimonia di apertura e una grande Cerimonia di chiusura che dimostrano che le grandi cose si possono ancora fare con grande competenza e grande rispetto verso le autorità e le persone.


Concludiamo l’intervista con una domanda comune: possiamo dire che questo evento farà da “apri pista” a un (probabilmente lento) ritorno alla normalità e agli eventi dal vivo?


Io credo assolutamente di si per due ragioni: primo perché anche rappresentati di altri eventi sono venuti a vedere il nostro lavoro per capire che soluzioni avevamo adottato e questo dimostra quanto sia evidente che si stia andando in questa strada e che questa sia la strada presa.

Secondo, perché il valore creato da questi eventi è così grande che se c’è un modo anche a costo di sacrifici, limitazioni e costi, sia comunque molto importante ripartire.

Abbiamo aperto una strada e dimostrato che è assolutamente possibile.

Valerio Giacobbi - Amministratore delegato di Fondazione Cortina 2021

Sicuramente questo evento è stato un “apri pista”.
Va considerato che sicuramente esiste un prima e un dopo del febbraio del 2020, c’è proprio un cambio assoluto nel porsi, nelle aspettative, nell’approccio nel quale sia le strutture creative pensano, sia i fruitori si aspettano.

Per me personalmente credo che non sarà meglio o peggio, ma che comunque sarà un’altra era e lo sarà sicuramente anche nella gestione dell’evento. Come abbiamo sempre detto in questi mesi, gli eventi live non possono finire perché sono parte dell’essere umano che è socievole per natura e i grandi eventi probabilmente saranno quelli che subiranno meno questo cambiamento poiché sono eventi ripetitivi e appuntamenti ciclici.

In ogni caso credo che questo sia stato un grande successo, grazie a Valerio che ha guidato la Fondazione in una situazione complessa e di tutti coloro che hanno contribuito gestendo le difficoltà, i limiti e i cambi di scenari mensili all’inizio e ogni 15 giorni avvicinandosi alla fine.

Maria Criscuolo - Chairwoman di Triumph Group International

Dire che me lo auguro è abbastanza banale ma ne sono anche molto convinto.
Diciamo che per una manifestazione come quella dei mondiali di sci la parola “apri pista” è proprio quella perfetta sotto questo punto di vista. Sinceramente mi sembra difficile poter tornare indietro, grazie a Fondazione Cortina 2021 e Triumph Group, si è dimostrato che lavorando con serietà, con responsabilità ma anche con creatività nelle difficoltà, tutto è possibile.

Per cui per quanto mi riguarda non possiamo tornare indietro, sarebbe un grande danno per tutti ma anche un far finta che quello che è stato non sia mai successo.
Cortina 2021 deve essere il faro per la event industry.

Marco Boarino - Regista e direttore creativo della Cerimonia di chiusura